Quale memoria abbiamo dell’amore principesco e delle nobili gesta di conquista di un’amore? Sin dove siamo disposti a spingerci, consulteremo mai un mago e diverremo mendicanti pur di conquistare un’amata? Lasciamo alla settima arte raccontarci il come, secondo il maestro danese Carl Theodor Dreyer, un’autore che ha affrontato temi epici paritetici a questo. Prima di vedere il film, una risposta ai quesiti, può essere svelata: è la musica ad avere ancora oggi la capacità di declinare la nobiltà d’intento nella ricerca dell’amore. C’è ne testimonianza ovunque, anche nelle drammaticità tonali e di sospensione del violoncello di Julia Kent e delle chitarre di Paolo Spaccamonti e Stefano Pilia. Nelle loro corde ed a loro modo c’è anche questo, C’era una volta lo rivelerà.