Con l’ennesimo tormentone, la spiazzante e sprezzante “La vita com’è”, ha fatto di nuovo centro e sull’onda del meritato successo Max Gazzè, (forse) il cantautore più intrinsecamente rock all’interno della scena cantautoriale pop di cui volente o nolente fa parte, (forse) il compositore più descrittivo nonostante la visionarietà della sua musica e dei suoi testi, (forse) l’artista più ironico di tutti quelli che trattano l’annoso problema della complessità dell’amore, ci delizia con una doppia data bolognese per il tour dell’ultimo Maximilian, (forse) il disco più sperimentale mai composto. A vent’anni dal suo esordio è sempre rimasto l’unico artista in grado di saper mettere d’accordo con intelligenza ed autoironia, associando elegantemente poeticità e supercazzole, un pubblico trasversale che va dalle platee del mainstream ai localini dell’undergorund. Forse.
Scritto da Simone Aiello