Era il 2007 e negli Stati Uniti la voce di Eddie Vedder intonava Society, o la colonna sonora del film Into the Wild. Nove anni dopo sono i torinesissimi Botto & Bruno a riprenderne le note sotto forma d’immagini: immagini di un presente scomodo che rifiuta il passerà, di un’architettura del degrado ma un degrado in stand-by; immagini di periferie a tempo indeterminato, troppo grandi per essere viste e troppo sole per parlare con noi. Non saranno le loro macerie a ricordarne la storia: le inedite fotografie su inchiostro ecofriendy esposte alla fondazione Merz restano appese al filo di un’eternità che gli artisti sovrascrivono con un grosso punto di domanda: città, cultura e spirito umano necessitano di un ristoro. Niente zaino in spalla, si resta e si progetta; si trasforma un silos in un incontro tra artificio e natura, si fanno parlare muri e i sogni associati, si guarda in faccia (o al piccolo cinema Lancia installato all’interno) il dolore di una realtà a tutti familiare. Così, oltre a restare, Botto & Bruno decidono che l’occhio deve vedere: ma se il richiamo è tanto folle da sembrare falso, rischieremo di risparmiarci ancora dal dolore?
La speranza certo non manca: la fondazione Merz, nel suo profondo splendore post-industriale, non può che testimoniare la vittoria della cultura (o futuro?).