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gio 31.03 2016

OOBE

Dove

Städlin
Via Antonio Pacinotti 83, 00146 Roma

Quando

giovedì 31 marzo 2016
H 22:00

Contatti

Sito web

Organizzatore

LSWHR

Mettiamo subito le carte in tavola dicendo che OOBE è una delle realtà musicali elettroniche più interessanti che sono venute fuori negli ultimi tre/quattro anni in Italia. Le coordinate per entrare nel suo universo sono tutte nel suo primo lavoro, “SFTCR”: è uscito su Opal Tapes e in copertina c’è una Uno Turbo, coattamente nera fiammante. Astrazioni techno nebbiose, declinate in salsa waporwave Torino anni 80, dove gli immaginari evocati dagli spot iniziano a iscriversi nei ricordi a scapito dei fumi e dei rumori della catena di montaggio. I successivi lavori, Stealth e Digitalsea, ne hanno confermato la bravura. L'”Italian New Wave” che piacerebbe anche all’Avvocato.

HATTORI HANZO

Visto che OOBE ci piace parecchio e visto che dalle parti di Roma non si affaccia toppo spesso, abbiamo approfittato della sua data da Städlin per fargli qualche domanda sulla sua musica e su quella che gli piace ascoltare. Oltre a chiedere la sua opinione su uno dei quesiti che assilla l’umanità da un secolo a questa parte: meglio l’aereo o l’automobile?

ZERO: Iniziamo dalle presentazioni.
OOBE: Mi chiamo Yari e sono nato a Savigliano, Cuneo.

Quando e come hai iniziato ad appassionarti all’elettronica?
Da adolescente non ricordo come, ma qualcuno mi passo Reason e incominciai a comporre qualcosa. È stato il mio primo approccio a un software per musica.

Ti ricordi il primo brano che hai scritto? come suonava?
A pensarci bene ora sto ritornando sempre più alle origini… Erano composizioni di pads in loop molto semplici, con una melodia ripetuta costantemente.

Come sei arrivato su Opal Tapes invece? È un etichetta che mi piace molto, mi incuriosiva anche sapere se sono stati loro a contattarti o viceversa.
Opal Tapes la scoprii grazie a Daniele – Vaghe Stelle – vivevamo insieme all’epoca e avevo questa raccolta SFTCR che avevo scritto da poco. Ascoltandola mi disse di mandarla a Bishop (Stephen Bishop è il boss della Opal Tapes, nda), lo feci e mi contattarono pochi giorni dopo.

 

Stealth, il tuo lavoro uscito nel 2015, mi è piaciuto molto, l’ho anche inserito nella lista dei miei dischi preferiti di fine anno. Qual è la sua storia? C’è un concept dietro, una particolare idea di suono voluta e trovata?
Grazie del pensiero! Mi fa piacere che ti sia piaciuto. In realtà in questo lavoro ci sono molte tracce che scrissi al tempo di SFTCR – ma che non mandai a Opal Tapes – e un paio di nuove che avevo scritto più recentemente per Digital Sea (un altro album di OOBE, ma datato 2014, nda). Impacchettai il tutto e insieme a Cleaning Tapes decidemmo di far uscire la cassetta.

 

A cosa stai lavorando ora?
Sto lavorando ad un 12″ per la Blueberry Records di FaltyDL, una cassetta per Indole Records – etichetta di Jimmy Billingham (HOLOVR) – a cui tengo molto, e un cd su Presto?!, ma ancora non so quando usciranno.

Che artisti hanno influenzato la tua musica?
Actress mi affascina da sempre, non è un segreto, ma solo ultimamente incomincio a capire che le mie melodie arrivano dai 90 – almeno credo. Ascolto molto Lou Reed, Elvis, ma vado sempre più verso ad una melodia epica, eroica, emozionale, che però spesso non riesco a concretizzare in una traccia, ma rimane in loop per ore perché non riesco a farne a meno.

Che dischi stai ascoltando ultimamente?
Sinceramente quello che ascolto di più sono le mie produzioni, ma mi capita di ascoltare spesso vecchie cose di Oneohtrix Point Never, Elvis, Salem, brani vaporwave e molta italiana anni 60.

Parlando invece dell’elettronica italiana, ci sono nuove produzioni – e nuovi produttori – che ti piacciono?
Non sono molto informato, conosco le produzioni per lo più dei miei amici: Primitive Art, Dave Saved, Vaghe Stelle, Aniello, Lorenzo Senni, i ragazzi di Gang of Ducks etc.

Su SFTCR in copertina c’era una Uno, su Stealth un F-117: meglio le auto o gli aerei?
Una Uno Turbo per l’esattezza: una macchina celebre che ha innalzato l’utilitaria più comune a super car affascinante, maledettamente veloce, che ha portato gioie, forti emozioni e spesso morte a chi l’ha posseduta. L’F-117 è un po’ il mito della mia generazione, almeno per me, dopo l’F-14, ho sempre desiderato volare e diventare pilota da piccolino. Mi piacciono entrambi a patto che piloti io.

Che macchina hai e qual è, invece, quella dei tuoi sogni?
Io non ho la patente da 8 anni ormai, ma la mia macchina dei sogni rimane una Chevrolet Camaro IROC Z dell’85.

Che macchine usi in studio e quali per il live?
Io principalmente utilizzo VST per comporre, ho qualche synth che però difficilmente utilizzo quando scrivo da solo. Il live invece lo costruisco come fosse un dj set di miei sample e loop.

Se dovessi usare 10 parole per descrivere il set che vedremo stasera da Stadlin?
È sempre un dilemma: preparo sempre tutto all’ultimo quel poco che posso preparare, credo dieci parole siano troppe per descriverlo, io direi piuttosto EMO.

Scritto da Nicola Gerundino