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ven 15.04 2016 – dom 30.10 2016

Barbie

Dove

Complesso del Vittoriano
Via San Pietro In Carcere, 00186 Roma

Quando

venerdì 15 aprile 2016 – domenica 30 ottobre 2016

Quanto

€ 13/11

Quando Alessandro Mendini mise in piedi la sua meravigliosa prima edizione del Museo del Design alla Triennale, i Gormiti occupavano un posto d’onore nella mostra, e tutti si beavano della sua scelta. Ma il fatto è che quella era una mostra pazzescamente culturale, un’enciclopedia barocca di tutto il senso e i saperi sul design che si erano accumulati nella mente folle di Mendini. Non c’è bisogno di citare Warhol o Barthes o Baudrillard per ricordarsi che gli oggetti banali sono interessanti, e Barbie oggettivamente è interessante. Però dipende da come ne parli.

Unico alla Galleria Rubin, Eliana Lorena

“Unico” alla Galleria Rubin, 2010. Eliana Lorena

Un esempio di riflessione piena di senso è il lavoro di Eliana Lorena, che con le sue 500 Barbie spogliate, struccate e acconciate con modelli e tessuti unici, singolari, umanizzanti, sfida il cliché del potere omologante dell’icona Barbie e trasforma le bambole in donne, invertendo il processo collettivo di metamorfosi in bionde anoressiche.

Eliana Lorena, "Unico"
Eliana Lorena, “Unico”, foto Emilio Tremolada

Qui il problema non si pone: questa è una mostra sfacciatamente commerciale, organizzata insieme alla Mattel per i fan (si dice anche bambini ma in realtà farà impazzire gli adulti), è piena di feticci e quindi è destinata a funzionare. Ci sono le prime Barbie del 1959 con le scatole, quelle anni 60 optical, quelle fricchettone anni 70 e quelle tamarre anni 80, fino al total black degli ultimi anni. E poi ci sono quelle firmate dagli stilisti, le etniche, le dive (Cher e Jennifer Lopez forse battono Audrey Hepburn, anche se qualcuno non sarà d’accordo). E il camper, la piscina, la casa e l’aereo di Barbie. E ti dicono pure i gossip: quando si è messa e quando si è lasciata con Ken, mai molto apprezzato a causa del suo aspetto poco virile, le amiche e i progressi della sua vita. E il video degli operai che materialmente le assemblavano – fin dagli esordi, guarda un po’, tutti cinesi.

Scritto da Lucia Tozzi