Sono pochi i registi in grado di creare un immaginario duraturo, sedimentato. Una capacità che detengono solo i più grandi, e forse più di tutti Stanley Kubrick. Molti dei suoi film rappresentano singolarmente un’opera d’arte totale, impressa non solo nella storia del cinema. Fra i migliori in assoluto c’è Arancia Meccanica, il lungometraggio del 1971 tratto dall’omonimo romanzo di Anthony Burgess (1962). Un concentrato di ultraviolenza che gli costò addirittura il ritiro della pellicola dalle sale inglesi nel 1974 (in Italia il film arrivò sulla TV pubblica solo nel 2007). Stupri di gruppo, rapine e violenze gratuite disegnarono un’Inghilterra distopica difficile da digerire per alcune delle sue caratteristiche reali e surreali, tra costumi, ambienti e musiche indimenticabili: ricordiamo, ad esempio, le tutine bianche dei drughi, la villa piena di gatti e falli progettata dal famoso architetto Sir Norman Foster, le sessioni di latte+ nel Korova Milk Bar, il menage à trois con sottofondo rossiniano o la magnifica cura Ludovico. Spettatore “defilato” di tutto questo fu Dmitri Kasterine, fotografo che intraprese un lungo sodalizio con Kubrick e lavorò su alcuni dei suoi set, tra cui 2001: Odissea nello spazio e lo stesso Arancia Meccanica. In occasione del 45° anniversario dell’uscita del film, Ono Arte porta in galleria le sue preziose fotografie, diciassette scatti che riassumono lo spirito di un capolavoro destinato all’eternità. Roba che emoziona ancora anche senza l’aiuto di qualche droguccia mescalinica.
SALVATORE PAPA
Foto di ©Dmitri Kasterine
Scritto da Salvatore Papa