A Pitchfork lo chiamano il Fugazi della musica. Sì, perché Levon fa un po’ il mentore con giovani artisti che bussano alla porta della sua etichetta, la Novel Sound. Label su cui ha stampato il suo primo album quest’anno, dopo una quindicina di produzioni sparse qua e là, tra singoli e compilation della madonna, come quella fatta per il Fabric. Figlio di trombettista, appoggia le mani sul pianoforte già a 3 anni: la musica ce l’ha dentro da subito. Inizia presto a suonare come dj nelle mitiche feste newyorchesi degli anni 90. Confeziona perfetti set deep house in stile statunitense o set densamente techno, se vuole. Un dj esperto in cerca della felicità della pista da ballo, perché – come lui stesso ha scritto pochi giorni fa su Facebook – “un dj techno deve portarsi dentro l’influenza jazz, i ritmi afro-cubani e non deve chiudersi al “cultural collage” favorendo solo la musica incazzata”. In pista ci si diverte e basta, hai troppo ragione Levon!