I flutti inquieti di Theta, la marea dronica di Delta, le mostruosità abissali di Petra. Che si tratti di pseudo mitologia greca o quasi-verità, la narrazione sonora dell’uomo occultato dietro il cappuccio di yuta ha innegabilmente le sembianze del viaggio per mare e, in quanto tale, sembra comporsi di ricordi e reperti raccolti lungo la navigazione. Mai Mai Mai assembla i suoni disturbati provenienti dall’Egeo, l’eco delle liturgie pagane di un mondo antico, un’hauntologia sinistra dalle radici lontane: Plunge lo accolglie definendo un concept che più adeguato non si può, quello di debris, “detrito”, inteso come residuo dell’esistenza di un oggetto o un momento, apparentemente disgregato dalla sua origine eppure unica, restante possibilità di accesso a quest’ultima. Resti sonori in antitesi a quelli raccolti in Nearly Invisible da Gianluca Favaron e Cristiano Deison, che non attingono dalla memoria ma dalla contemporaneità, scomponendo e ricomponendo i suoni invisibili della vita di tutti i giorni. Bordoni noise, miniature elettroacustiche e compostaggio sonoro dell’epoca post-industriale.
Olivia Rumori
Per arrivare preparati al nuovo appuntamento di Plunge, abbiamo chiesto a Mai Mai Mai di preparare per Zero una playlist legata al tema della serata, quello di “debris”, detrito. «Oltre a centinaia di pietre, radici, fossili che occupano qualunque spazio piano di casa mia, questi sono alcuni “detriti” musicali che stanno accompagnando le mie giornate»
DETRITI DI WORLD MUSIC
DETRITI DI JAZZ
DETRITI DI SACRALITÀ
DETRITI DI FOLKLORE ITALIANO
DETRITI DI FUTURO
DETRITI DI NEW AGE
DETRITI DI LIBRARY MUSIC
DETRITI DI EXOTICA
DETRITI DI RIME
Scritto da Chiara Colli