La prima volta che ho visto i Joe Victor fu un paio d’anni fa alla serata di Bravo Dischi al Circolo degli Artisti. Un concerto frizzante, così come poi si è rivelato l’esordio Blue Call Pink Riot. Allora stentai a credere che si trattasse di una band romana, giacché di musica italiana non v’è traccia nella loro proposta, a partire dai testi. Piuttosto è l’America del blues, del southern rock e del country ad aver monopolizzato gli ascolti di Gabriele e soci. Al Monk insieme a loro ci saranno gli “altri” pesaresi Brothers In Law, spesso a torto sottovalutati come semplice side-project dei Be Forest. La celebrazione dei giovani italiani che non cantano in italiano.
Scritto da Livio Ghilardi