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ven 06.05 2016 – lun 22.08 2016

Expositio. Giulio Paolini per il Museo Poldi Pezzoli

Dove

Museo Poldi Pezzoli
Via A. Manzoni 12, 20121 Milano

Quando

venerdì 06 maggio 2016 – lunedì 22 agosto 2016
H 10:00 - 18:00

Quanto

€ 10/7

L’arte concettuale, si sa, a volte può lasciare interdetti. Di fronte a un’opera contemporanea particolarmente astrusa e bizzarra, vi sarà sicuramente capitato di pensare: «Be’, questo l’avrei potuto fare anch’io». Oppure: «Ma perché mai un orinatoio dovrebbe essere un’opera d’arte?». Nessun virtuosismo tecnico, nessuna traccia di armonie cromatiche o di composizione, nessun indizio che porti a ciò che siamo abituati a definire “bello”. E dunque? Che cos’è l’arte concettuale? Vera arte o provocazione? Trovata geniale o sfogo eclettico di personalità un po’ strambe?
Ecco, visitare Expositio può essere un ottimo modo per rispondere a queste domande. Giulio Paolini infatti non è uno qualsiasi. La sua ricerca, al di là delle etichette e delle classificazioni storico-accademiche, segue dei binari ben precisi, è frutto di un pensiero strutturato dove niente è lasciato al caso. Tutto inizia con Disegno geometrico, l’opera con cui Paolini esordisce nel 1960. Una tela bianca, priva di contenuto, una non-opera. Qualcosa come il manifesto della sua arte e del suo pensiero. In un’intervista rilasciata negli anni ’80, Paolini spiega che il suo intento era quello di «accampare tutte le immagini che potrebbero riempire questi quattro punti dello spazio. Non so rinunciare a descrivere il vuoto. Che è un vuoto pieno. Un vuoto che risuona di valori ancora tutti da portare alla luce». L’obiettivo è ambizioso e in apparenza paradossale: in un colpo solo, rappresentare tutte le possibili declinazioni dell’arte, tutti i suoi possibili contenuti. In un colpo solo, mettere lo spettatore davanti al passato, al presente e al futuro dell’arte. A Paolini cioè non interessava, e non interessa, ciò che una determinata opera dice, ma ciò che l’arte in quanto arte può dire.
Ecco l’aspetto concettuale: oltre l’impressione che un quadro o un’installazione possono suscitare, lo sguardo viene condotto un po’ più in là, a interrogare l’intero processo che ha portato l’artista a fare alcune scelte piuttosto che altre. Nell’approccio concettuale, ciò che interessa non è tanto il messaggio di un’opera quanto le condizioni sociali, ambientali, esistenziali che ne hanno reso possibile la nascita. Più che di arte, dunque, si potrebbe forse parlare di meta-arte, di una veduta aerea che permette di guardare dall’alto il mondo e il ruolo giocato al suo interno dalle diverse correnti artistiche.

Scritto da Giacomo Dini