A digerire Slow Food, proprio non ce la faccio. Più ci provo e più vedo il riflesso di quella sinistra vecchia e antiprogressista con la quale mi ritrovo poi a litigare su Facebook. Senza parlare di tutte le contraddizioni intrinseche che nascondono i nobilissimi intendi del Movimento. Apprezzo la dichiarata consapevolezza dell’artificialità, non il falso mito della “naturalità” o l’ostinarsi, quasi patologico, a promuovere tradizioni ataviche e un’idea di società che non esiste più. Ciò nonostante il Salone del Gusto e Terra Madre rimane il miglior evento di “Food” che possiate incontrare, a prezzi direttamente proporzionali al suo anacronistico “Slow”.
Scritto da Laura Nozza