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ven 10.07 2015 – dom 19.07 2015

Santarcangelo 2015

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Santarcangelo di Romagna
Santarcangelo di Romagna

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venerdì 10 luglio 2015 – domenica 19 luglio 2015

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ing. vari

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Guardare non è più un atto innocente e Sarà come non poter distogliere gli occhi dallo sguardo di Medusa: è in queste due frasi scritte ad hoc da Romeo Castellucci la nuova “visione” di Santarcangelo 2015. Rinnovato il mandato triennale alla direttrice artistica Silvia Bottiroli (qui l’intervista), il più longevo festival di ricerca teatrale in Italia (45 anni) si concentra quest’anno più che mai sul ruolo dell’arte nello spazio pubblico, puntando sulla “politica del dover guardare”. Un invito al coraggio dei punti di vista, allo sguardo responsabile sul presente (o sul teatro) non solo da parte degli artisti, ma anche e soprattutto degli spettatori/cittadini, destinatari delle tante domande aperte messe in moto in questi venti giorni di creazione, evoluzione e condivisione.

Proprio un lavoro “politico”, Breivik’s Statement, apre il festival il 10 luglio: Milo Rau porta in piazza Ganganelli, infatti, il discorso che il terrorista norvegese e fondamentalista cristiano Breivik ha pronunciato in Tribunale per giustificare la strage di Utoya (discorso che fu censurato al pubblico televisivo). Politica è anche Our Secrets, la storia messa in scena dall’ungherese Béla Pinter che indaga sull’Ungheria di oggi, così come Timeloss fa con l’Iran di Amir Reza Kooesthani. Di immaginazione politica parla invece il progetto del belga/svizzero Christophe Meierhans che con Some use of your broken clay pots (già visto a Bologna grazie a ON) spinge il pubblico a discutere di una nuova Costituzione fondata sul sistema dell’esclusione anziché dell’elezione. Altri esempi di teatro politico in programma sono, inoltre, Il grande rifiuto del collettivo tedesco Ligna, Vita agli arresti di Aung San Suu Kyi del Teatro delle Albe e Ce ne andiamo per non darvi altre preoccupazioni di Daria Deflorian e Antonio Tagliarini, che narra la storia di quattro pensionate suicide nel pieno della crisi economica greca.

Rimane importante per la direzione del festival la relazione con la città, attraverso progetti di residenza e/o site specific che coinvolgono la cittadinanza stessa. Così lo svedese Markus Ohrn porta in piazza la performance noise-dark delle azdore con le quali ha lavorato per mesi; Cristian Chironi guida il pubblico con le sue Audioguide del mercato comunale; Mette Edvarsen riporta i suoi “libri viventi” in biblioteca (progetto già passato in Sala Borsa a Bologna con Live Arts Week e ispirato Farheneit 451 di Ray Bradbury).

Infine, un focus sul rapporto tra corpo e archivio con la prosecuzione della Piattaforma della danza balinese, progetto speciale curato dai tre coreografi Cristina Rizzo, Michele di Stefano e Fabrizio Favale, l’assolo di Silvia CalderoniMDLSX, le 69 Positions della danese Mette Ingvatrsen e l’atteso untitled (2000) della star Tino Sehgalassolo affidato a Boris Charmatz che ripercorre e attraversa i vari linguaggi della danza del Novecento.

Guardare non è più un atto innocente, ma guardare tutto sarà difficile. Cliccate qui per scaricare il densissimo programma.

Per chi volesse raggiungere Santarcangelo da Bologna, domenica 12 e sabato 18 luglio è stato organizzato un servizio pullmann: info e prenotazioni su bolognaeventi@comune.bologna.it.

Scritto da Salvatore Papa