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gio 19.01 2017 – sab 18.03 2017

Gianni Caravaggio and Bruce M. Sherman

Dove

kaufmann repetto
Via di Porta Tenaglia 7, 20121 Milano

Quando

giovedì 19 gennaio 2017 – sabato 18 marzo 2017

Quanto

free

L’opera che si rispetti, d’un artista che si rispetti, va collocandosi di volta in volta all’interno d’un orizzonte d’attesa. Essa è minacciata da ogni fronte dalla possibilità di deludere le aspettative o da quella, ben peggiore, di limitarsi a soddisfarle. Più ci si rende avvezzi alle opere d’un artista più risulta difficile rimanerne stupiti. Eppure, nonostante venticinque anni d’una carriera tra le più coerenti e radicali della scena italiana, Gianni Caravaggio è ancora in grado di sorprenderci. Dopo la personale alla Andriesse Eyck Gallery di Amsterdam, quella alla galleria Tucci Russo di Torre Pellice, la doppia mostra presso il Musée d’Art Moderne et Contemporaine di Saint–Etienne e il Maga di Gallarate, l’artista torna a Milano con una personale dal titolo Sais, dal 19 gennaio presso gli spazi di Kaufmann Repetto. Per l’occasione l’ambiente della galleria si trasforma in quel luogo dell’immaginazione che è descritto da Novalis ne I discepoli di Sais, una natura che è sopratutto lo sfondo d’una meditazione sulla natura. In questo luogo trovano collocazione una serie di disegni e alcune sculture tra cui L’orizzonte si posa su una nuvola mentre il sole la attraversa, variante della versione precedentemente esposta a Studi Festival. L’opera consiste in una lunga matassa di filo da pesca che, aggrovigliandosi su se stessa, da vita ad un enorme e impalpabile volume. Su questa “nuvola” si posa delicatamente un filo azzurro di cotone, la cui linearità è alterata dal suo adagiarsi alla forma che lo sostiene, mentre un nylon giallo scivola imperturbato al di sotto di essa. Come sottilissime linee di forza, i due fili attraggono e guidano l’occhio dello spettatore alla scoperta di quel corpo scultoreo, determinando due differenti tipi di sguardo: il primo ne accarezza la superficie, il secondo la penetra in profondità. Il titolo dell’opera evoca in noi tutta una serie di suggestioni poetiche in grado di immergere il lavoro in un’atmosfera metafisica, in un immaginario alla Caspar David Friedrich. L’orizzonte si posa su una nuvola mentre il sole la attraversa, come tutte le altre opere in mostra, pone lo spettatore di fronte ad un paesaggio potenziale che prende forma solo nell’immaginazione di chi è in grado di vedere il sole in un filo di nylon. E, ignorando ogni pretestuosa lettura dell’opera d’arte, lasciare che il proprio orizzonte d’attesa vi si abbandoni, come su una nuvola .

Scritto da Tommaso Gatti