La prima volta che vidi i Polar Inertia credo ce ne fosse solo uno, ma questa è un’altra storia. Ricordo una domenica pomeriggio, di quelle senza senso, cariche di sole e voglia di evitarlo, un loft adibito a girone dantesco e un mal di testa da prime posizioni del medagliere olimpionico. Ricordo soprattutto un live pazzesco, da lacrime, di quelle delicate che ti fanno sentire la necessità di chiamare tua madre ogni 15 minuti per chiederle scusa di tutte quelle volte che sei stato uno stronzo. Atmosfere dilatate tendenti a infinito e loop ossessivi si mescolano ipnoticamente in quella nebbia opprimente di “technoscurità” che il loro show rappresenta. A mio modestissimo parere, tra le cose più interessanti che si potranno ascoltare in questa prematura primavera romana. Ovviamente con il telefono sempre a portata di mano.
VALERIO S
Scritto da Alberto Asquini