“Come se non ci fosse un domani” è un’immagine orgiastica, è l’evocazione dell’eccesso, dell’abbandono di ogni freno inibitorio, fa venire alla mente gli appestati dei tempi di Dracula, che mangiano, bevono, ballano e si accoppiano senza più riguardo a nessuna legge naturale o religiosa, certi che l’inevitabile è ormai prossimo. I tre piani della Marsèlleria sono stati invasi da un’uragano di schizzi colorati, di macchie gestuali, di energia cromatica sotto varie forme: tele di grandissimo formato, libri d’artista, cellophane che ricordano l’esplosione psichedelica dell’Electric Circus nell’underground newyorkese d’antan.
Daniele Innamorato esibisce, con la cura di Giorgio Verzotti, la produzione recente e quella recentissima, creata appositamente per Marsèlleria. Forse rispetto alle mostre che l’hanno preceduto questo show si presenta come un punto di arrivo, un superamento di fasi alterne di passione e controllo. L’attività compulsiva, inesauribile di Innamorato non ha infatti il tratto della ripetizione ossessiva, ma esplora tecniche, materiali e obbiettivi molto diversi tra loro: dai fluo degli Inguardabili al b/n fotografico, dall’accumulazione di righe multicolori all’espressionismo materico, fino ai lavori al confine con il design e la grafica realizzati insieme a Federica Pellizzari nel collettivo Kings, come la scritta neon che campeggiava sulla Stecca degli artigiani all’Isola. La cosa che conta per lui, l’unica, è il lavoro: non c’è racconto, non c’è cornice, non si perde tempo a mettere insieme parole malmischiate per tentare di dare un senso arraffazzonato a un’esperienza così totale come la creazione.