Il fatto che questa mostra non abbia un titolo forse non vuol dire alcunché, o forse si spiega col fatto che l’artista è antropologa culturale e il suo lavoro, ora focalizzato sul confine fra Messico e Usa, è improntato a studio e ricerca incessanti e perenni. È un lavoro multiforme che si avvale di video, fotografia, strumenti scientifici, installazioni interattive di oggetti e materiale organico, ed è guidato da un punto di vista altro, in cui la scienza si tramuta in espressioni di poesia, come nel video e nelle due installazioni presenti in mostra. L’antropologia come (probabilmente) non l’avete mai vista.
Scritto da Giovanna Giannini Guazzugli