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dom 02.04 2017

Lavoro in movimento - Ciclo di proiezioni

Dove

MAST.
Via Speranza 40/42, Bologna

Quando

domenica 02 aprile 2017
H 18:30

Quanto

gratis con registrazione

Il MAST presenta un ciclo di proiezioni che raccontano il lavoro in occasione della mostra Il lavoro in movimento

/ ORE 18.30
LADRI DI BICICLETTE, di Vittorio De Sica, 1948, 92’
Dopo due anni di disoccupazione Antonio ottiene un lavoro come attacchino grazie al fatto di possedere una bicicletta. Il primo giorno di lavoro la bici viene rubata e Antonio, insieme al figlio di dieci anni, prende a vagare per la città in cerca del ladro. Inizia così un lungo pellegrinaggio per Roma, metafora della società del dopoguerra in cui la povertà si intreccia con il desiderio di conservare la dignità. Il film, capolavoro del neorealismo realizzato da Vittorio De Sica insieme a Cesare Zavattini, ha ottenuto numerosissimi riconoscimenti internazionali, tra cui il Nastro d’argento per la regia, la sceneggiatura, il soggetto, la fotografia e la colonna sonora nel 1949, il Premio BAFTA, l’Oscar e il Golden Globe come miglior film straniero nel 1950.

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/ ORE 20.30
IL POSTO, DI ERMANNO OLMI, 1961, 98’
Il posto è uno dei film più emblematici del miracolo economico italiano. Il regista osserva il progresso industriale da una prospettiva eccentrica, che gli permette di coglierne gli aspetti meno evidenti ma, forse anche per questo, più decisivi: è lo sguardo spaesato, stretto tra la speranza e l’amarezza, di un ragazzo che lascia la provincia nebbiosa e cerca un nuovo ruolo nella metropoli e nell’industria milanesi. La sua vicenda è lo specchio dell’Italia che cambia non solo nel paesaggio ma, soprattutto, nelle coscienze.
/ ORE 22.15
TRE FILI FINO A MILANO, DI ERMANNO OLMI, 1958, 25’
Il documentario segue una squadra di operai impegnata nel montaggio di una linea elettrica a 220.000 volt in Val Daone, per conto della Edisonvolta di Milano. I tralicci, superando le aspre montagne e le impervie vallate del Trentino, portano la preziosa energia fino alla grande città per alimentare lo sforzo produttivo – negli anni del “boom” economico – delle principali industrie lombarde. Tuttavia nel regista ad avere il sopravvento è l’attenzione per la dimensione umana, per i volti degli operai segnati dalla fatica, in un cantiere di alta montagna all’inizio dell’inverno, per i gesti, grandi e piccoli, e per la volontà capace di abbattere ogni ostacolo.

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Scritto da Salvatore Papa