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gio 27.04 2017 – mer 03.05 2017

Film in sala - "PIIGS"

Quando

giovedì 27 aprile 2017 – mercoledì 03 maggio 2017

Quanto

€ n.p.

Nei commenti di rito che hanno seguito la proiezione, qualcuno ha sentenziato: «le posizioni sostenute sono estreme». Subito una domanda mi è entrata in testa: «perché non lo sono le altre, estreme, quelle che si fregiano di essere teorie ufficiali?».
PIIGS, documentario di Adriano Cutraro (All’ombra del gigante), Federico Greco (Stanley and Us), Mirko Melchiorre (All’ombra del gigante) è schierato, propenso e appartenente ai “disertori”, quelli che sostengono ogni teoria contro l’austerity economica e l’attuale struttura dell’Unione Europea. Grazie al materiale messo in scena domande come la mia sorgono spontanee. Il presupposto su cui si basa l’indagine è la messa in dubbio dell’esistenza di un unico e ferreo metodo per combattere la crisi. Si sostiene ci siano alternative più che valide al taglio della spesa.
Il documentario affonda su questo tasto. Spinge e infilza, intervista politici, professori, scrittori, giornalisti, nomi come Noam Chomsky, Yanis Varoufakis, Warren Mosler, Stephanie Kelton, Erri De Luca, Federico Rampini, Marshall Auerback, Paolo Barnard. Ma anche di più; racconta in parallelo gli sforzi per salvarsi dal fallimento della Cooperativa sociale “Il Pungiglione”, con a carico 105 disabili e 100 dipendenti.
Tradotto: il documentario cerca di coprire la distanza fra la grande finanza e l’economia quotidiana di noi mortali, dando visibilità al legame fra le due, troppo spesso pensate come indipendenti.
PIIGS punta a mostrare errori e falle delle politiche adottate da quasi tutti i leader dei paesi europei. Si immerge nei dogmi dell’austerity tentando di smontarli pezzo dopo pezzo. E lo fa in maniera chiara e comprensibile. Nella lotta fra “Male” e “Male”, dato che entrambi gli schieramenti dicono di essere “il Bene”, la situazione è critica e non può suscitarci altro.
Ciò che però è poco convincente è la tempistica. Durante le interviste o i frammenti di reportage e tv, si ha come un senso di “vecchio”, di già visto.
Di fatto, tutto questo materiale è rintracciabile in rete. Non viene detto nulla di più, né nulla di meno rispetto a quanto è visibile su certi blog e canali Youtube. Per non citare la letteratura scientifica.
E qui mi sorge un’altra domanda, anzi di più: che sia questa la vecchiaia del cinema, la sua obsolescenza? Il cinema non è in grado di viaggiare alla velocità della luce? Che, in qualità di specchio riflettente e deformante del reale, si sia curvato su sé stesso mostrando il già visto?
Troppe domande… Troppe…

DAVID MORELLO

Scritto da David Morello