Sei anni fa a Roma nasceva un festival che, nel suo piccolo ma già con aspirazioni di grandezza, mirava a mettere in rassegna ciò che accadeva nella scena musicale capitolina, senza distinzioni stilistiche. Oggi, Roma Brucia è un evento che non ha più bisogno di presentazioni, con numeri sempre più grandi e la capacità di tastare il polso dell’universo sonoro intra-Raccordo. Se all’inizio era il festival a plasmarsi su quanto offerto dalla città, oggi possiamo affermare che è la stessa Roma Brucia ad aver contribuito a creare quella scena romana di cui tutti (s)parlano. Non più uno specchio, ma piuttosto un’operazione maieutica, un cambio di processo merito delle intuizioni del patron Caucci, anche label manager di Bomba Dischi. Per questa sesta edizione ci si sposta all’Ex Dogana: il 22 e 23 luglio, sotto la Tangenziale Est, si alterneranno come headliner il cantautorato weird pop di Giorgio Poi e il rap slacker trasteverino di Carl Brave x Franco126, nomi dell’anno di Bomba (a conferma di quanto detto prima). Ogni sera tre palchi e l’imbarazzo della scelta: si va dai primi live di Ladroga e Bacàn alla trap di Ketama126 e Pretty Solero, passando per il garage sbarazzino degli Sweat e cantautori rampanti come Rosso Petrolio, Viito e Mèsa, o ancora band come Le Mura e Il Branco. Ogni anno di più, l’evento a cui è necessario presenziare, anche qualora si conoscesse solo uno degli artisti in cartellone.