Si descrivono come una «mistake television», eppure sono la cosa più buona e giusta che abbiamo in Italia nel rapporto tra musica dal vivo e video. URSSS è l’occhio attento, lo sguardo nitido, il filtro impeccabile ma mai intrusivo fra musica live e spettatore. “Un certo tipo di musica”, quella di un giro underground che non ha limiti di genere (da Sun Araw a Robert Henke) o tipologie di spazio (da Macao all’Auditorium San Fedele), ma sempre aderente a una ricerca e trasversalità ormai riconoscibili; uno spettatore che può essere quello che al concerto c’era (e che in certi casi su URSSS.COM può risentirselo, magicamente, in qualità migliore, e magari pure rivederselo da sobrio), ma anche lo spettatore che al concerto non c’è andato e su quel “canale” lo ritrova per intero, con la sensazione di essere proprio là, davanti al palco.

La M(istake)TV – il riferimento ironico e antitetico a quel network lì c’è, ma si percepisce il giusto – che in una manciata di anni ha messo online una valanga di concerti eccezionali, è contemporaneamente un’idea, un’attitudine, un’estetica essenziale lontanissima dalle noiose velleità “artistiche” (o completamente amatoriali) fatte di editing e presenze ingombranti che imperversano di questi tempi, ma pure una realtà fattiva, una risorsa documentale dal valore incredibile, praticamente un “servizio pubblico” di alta qualità. Il suo centro gravitazionale è Milano, ma il lavoro di URSSS, senza troppi proclami, è passato da Roma e arrivato, recentemente, fino a Tokyo. Sono in due, ultranerd, cercano una posizione favorevole, piazzano le macchine, riprendono l’intero concerto e poi spariscono. Dopo qualche tempo, trovate il video online. Esattamente come lo vorreste. Poche chiacchiere, molti video.

URSSS oggi è una “televisione”, certo, ma anche una presenza tangibile su Milano, sempre in prima fila nella rete più o meno sotterranea che lega realtà culturali diverse ma con uno spirito comune. Eccoli quindi tornare in viale Molise, dopo un anno, con la terza serata in collaborazione col Tavolo Suono. Ovviamente di spessore. La stagione di Macao si apre ufficialmente con nomi di peso dell’elettronica: col ritorno di Chris Douglas, figura di culto della techno sull’asse San Francisco/Detroit dei Novanta, stasera col moniker Scald Rougish e il suo noise astratto e pulsante (l’ultimo disco, per ora del 2013, portava il marchio PAN); e poi il live dei padri della dub austriaca Hey-O-Hansen, il dj set di Applebim (socio di Shackleton nella seminale label Skull Disco), l’incontro tra drum and bass e techno di casa Blackest Ever Black con Pessimist e i beat feroci da Bristol di Mun Sing. A fare gli onori di casa, Hencote / Henkot e Arcangelo, ad accompagnare visivamente la serata URSSS e L’AMA. Come recita un caro, vecchio adagio, «less talk, more facts».