Ad could not be loaded.

mer 04.10 2017 – dom 08.10 2017

Richard Maxwell & New York City Players - "Vision Disturbance"

Dove

Triennale Teatro Milano
Viale E. Alemagna 6, 20121 Milano

Quando

mercoledì 04 ottobre 2017 – domenica 08 ottobre 2017
H 20:00

Quanto

€ 20/15/10

La “costrizione” è uno dei motori drammaturgici del teatro moderno. Il dialogo diventa sempre più difficile e così gli autori fuggono dalla parola concentrandosi sulla visione e sul gesto, oppure cercano espedienti narrativi, inventano situazioni che costringano a parlare tra loro personaggi che altrimenti non lo farebbero, restando chiusi in una sorta di dimensione autistica.

Il rapporto medico/paziente è certamente uno di questi espedienti, ed è ciò che costringe Mondo, una donna di mezza età di origine greca emigrata negli USA con un amore fallito alle spalle, e il dottor Hull, l’oculista che cerca di strapparla alla cecità grazie a terapie non ortodosse, ma di grande rilevanza psicologica e poetica (la musicoterapia), a fare quello che persino su un palcoscenico, luogo tradizionalmente a questo deputato, sembra essere diventato quasi impossibile: parlarsi davvero.

Il valore simbolico della vista compromessa, pressoché perduta eppure tenacemente difesa, non ha bisogno di sottolineature: nella pièce diretta da Richard Maxwell e scritta con la giovane Christina Masciotti, il ruolo di questo “senso” va ben oltre il semplice dato biologico e anatomico.

Vision disturbance, questo è il titolo dello spettacolo in scena dal 4 all’8 ottobre al Teatro dell’Arte, fonde il minimalismo del teatro newyorkese di Maxwell con la scrittura lavorata della premiatissima Christina Masciotti, in un incontro artistico dal quale entrambi escono modificati in qualcosa che non è la semplice sommatoria del contributo di due singoli, come dovrebbe essere in ogni incontro vero, e come accade ai protagonisti dello spettacolo, che, in un finale potente che ovviamente non anticipiamo, formano un equilibrio nuovo, dopo essersi reciprocamente guardati dentro nonostante o forse proprio grazie ai “disturbi della visione”, un equilibrio imprevedibile date le condizioni iniziali.

Dire ora che questo spettacolo va “visto”, dato il tema e il titolo, sarebbe un mediocre calembour che risparmiamo al lettore, ma certamente dovremmo lasciare che ci raggiunga, che ci trasporti dal buio e dall’appiattimento delle tante mediocrità di Mondo (che ha perso la facoltà di stimare la “profondità di campo”, ovvero di comprendere la distanza delle cose e dunque di avere una corretta percezione di se stessa nella relazione con l’altro) e del dottor Hull (che per la prima volta, e pagandone le conseguenze in prima persona, abbandona la grigia comfort zone del proprio ruolo medico per tentare sentieri inesplorati), verso la conquista di una nuova luce fatta di consapevole intensità.

Scritto da Mario Macchitella