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sab 16.12 2017

Dakim

Dove

Standards
Via Maffucci 26, Milano

Quando

sabato 16 dicembre 2017
H 16:30

Quanto

€ 5 + tessera Frequente

Organizzatore

Frequente + S/V/N/ + εὖ eû

Siamo in piena rievocazione degli Anni 90 e chi ne parla, spesso, giustamente, tira in ballo la musica di quel periodo: si gioca con la nostalgia dei quarantenni per dargli la sensazione di rivivere il decennio del grunge, del boom internazionale del rap, del crossover concepito quasi come una formula ecc. ecc. In mezzo a tanti ricordi, quasi si ignora, però, un filone che ha contribuito non poco a caratterizzare quel fermento sonoro: che fine ha fatto l’hip hop astratto? Dj Shadow a parte, tutti quei viaggi strumentali scomposti del catalogo Mo’ Wax (immergersi nelle compilation Headz funziona ancora!), Ninja Tune, Jazz Fudge o ancora le cose Warp tipo Nightmares on Wax, dove sono rintracciabili oggi? All’inizio, prima che le voci (soprattutto femminili) prendessero il potere e nominassero Bristol capitale, il trip hop era questo: hip hop senza rime, a volte non lineare e spesso oscuro, a tratti dubbato e con qualche ritmica jazz. Ecco, proprio a partire da quest’ultimo tratto si possono scovare alcuni figliocci di quella scuola che, una volta, si faceva sentire anche in radio (specie su Suoni e Ultrasuoni, storico programma di Radio 2). Oggi tocca più che altro a format tipo Boiler Room portare alla ribalta chi si muove in questa area e, di certo, uno degli eredi di questo approccio ai ritmi è Dakim, originario di Detroit ma di stanza a Los Angeles, stessa città della sua etichetta, Leaving Records. Circa vent’anni dopo, le influenze jazz, così come quelle elettroniche (anche se è difficile individuare un ritmo da cui si attinge più di altri), sono più marcate e i producer di questa scuola sono visti con molto meno scetticismo di quando i cosiddetti “giramanopole” erano considerati dei mezzi musicisti.

Oggi è chiaro che la conoscenza musicale di artisti come Dakim deve essere ben solida per arrivare a produrre certi pezzi e, visto che la mentalità si è aperta, i riferimenti possono spaziare anche verso ritmi considerati dai più solo da dancefloor. Dakim è uno di quelli che sperimenta, che riesce a non essere lineare pur partendo dal loop, visto che si rifà al jazz più libero, che sporca i suoni e dà spesso respiro alle sue strumentali anche grazie ai campionamenti. Lodato da tanti colleghi – uno su tutti Flying Lotus -, Dakim arriva in Italia il 10 dicembre per fare cinque giorni di residenza all’interno della galleria civica di Modena per il festival Node con performance finale il 15 dicembre: tutto insieme al milanese Nicola Ratti, artista elettronico con un percorso attualmente focalizzato su sperimentazione analogica, sound design e installazioni sonore. È stato proprio Ratti a volerlo per la co-residenza dopo essersi prima appassionato al Dakim sound artist grazie a un disco uscito nel 2012 per Senufo Editions e poi averlo apprezzato altrettanto come producer. Ma non poteva risolversi così, visto che Ratti è anche co-fondatore e gestore, insieme ad Alberto Boccardi, di un luogo che, a Milano, ospita concerti di elettronica di ricerca, Standards: il 16 dicembre lo studio/sala da concerto in via Maffucci apre tutti i suoi spazi per accogliere l’esibizione di Dakim in solo nel formato pomeridiano (“Matinée”) alle 16:30, mentre Senufo Editions tornerà come presenza grazie alla diffusione in sala di Even When They Speak of Space, ultimo disco del fondatore dell’etichetta Giuseppe Ielasi, e sarà presente anche Dennys Tyfus con la sua session di No Choice Tattoos. “Hip hop astratto” è una vecchia definizione, lo sdoganamento dell’elettronica avvenuto negli Anni 90 per fortuna si è evoluto molto e oggi eccoci qui a parlare anche di musica meno definibile, come quella di Dakim, uno che è solo partito dall’hip hop ma continua a prendere strade laterali per poi deviare ulteriormente. Il suo live set per Boiler Room fa pensare «ma che c’entra l’hip hop?». Eppure c’entra eccome.

Scritto da Vincent Campillo