Musia stupisce tutti mostrandosi luogo poliedrico e di concezione moderna: non vuole essere una semplice galleria, ma il fulcro di un nuovo modo di vedere l’arte, dimostrando come questa possa influenzare molte altre discipline. Entrando nella prima galleria si compie letteralmente un viaggio fra quadri e sculture di autori che raccontano il ‘900 romano, raccolte per oltre mezzo secolo dal collezionista e ideatore di Musia, Ovidio Jacorossi. La mostra pensata per l’inaugurazione – e curata da Enrico Crispolti – spazia dal Simbolismo all’avvento dell’Astrazione con opere, fra le altre, di Balla, de Chirico, Mafai e Severini. L’impatto con l’elegante restauro del palazzo, vecchia casa e sede dell’azienda di famiglia, non può che affascinare: tre livelli di sale ricavate fra le mura del Teatro di Pompeo, al quale “Studio Azzurro” rende omaggio con una video installazione che racconta del dramma dell’assassinio di Giulio Cesare, avvenuto proprio all’interno dell’antico teatro.
Scritto da Federica Geremica