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lun 22.01 2018 – sab 24.03 2018

Bruce Conner, Steve McQueen, Catherine Opie, Caragh Thuring, Kelley Walker

Dove

Thomas Dane Gallery
Via Crispi 69, Napoli

Quando

lunedì 22 gennaio 2018 – sabato 24 marzo 2018

Quanto

free

Napoli caput mundi? Forse un ritorno a quei tempi speciali quando Lucio Amelio aprì la mostra di “un tale” che arrivava da New York, Cy Twombly, con un’illuminazione fatta solo di candele – non per creare atmosfera, ma per motivi economici; o quando Marcello Rumma, il marito di Lia, ospitò la prima mostra sull’arte povera curata da Celant nel 1968. Insomma, Napoli è stata, per un ventennio, un punto di snodo per gli artisti contemporanei; un luogo vivido e sperimentale. Ciclicamente quell’energia riemerge: il Museo Madre ha una collezione straordinaria, e poi ci sono interessanti spazi privati, come la Fondazione Morra, e i nuovi attori che si sono affacciati sulla scena culturale negli ultimi anni. Che sia per questo che una galleria come Thomas Dane ha scelto questa città come seconda sede insieme a quella londinese?

A gennaio infatti Thomas Dane Gallery ha inaugurato la nuova galleria napoletana – una sede meravigliosa, al primo piano di Casa Ruffo, un palazzo storico vicino a corso Vittorio Emanuele – con un group show di artisti tutti stranieri, e tutti bravi: Bruce Corner, Steve McQueen, Catherine Opie, Caragh Thuring e Kelley Walker. Una mostra di pittura, installazioni video e fotografia riunita in un semplice titolo: Mostra inaugurale. Il percorso espositivo, pulito e in dialogo con le stanze signorili della galleria, si apre con un chiaro tributo a Napoli: Day and night rappresenta infatti un corpo di lavori in cui il soggetto è il Vulcano. Un chiaro riferimento e un’apertura per gli altri artisti che rendono omaggio alla città, riprendendola a modo loro.
Una scusa in più per andare a Napoli, e godersi gli “artistoni” che rappresenta la galleria in un contesto prezioso: Thomas Dane tratta infatti artisti internazionali museali, con un occhio particolare rivolto alle donne. Basti pensare a Lynda Benglis, Cecily Brown, Marisa Merz – a cui nel 2017 è stata dedicata una grande mostra al Metropolitan Breuer di New York -, o Barbara Kasten, raffinata artista di Chicago, che lavora, come altri artisti rappresentati dalla galleria, attraverso un’estetica legata all’architettura e al contesto scenico.

Scritto da Rossella Farinotti