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Luca Pagliarini

La notte vista da Luca Pagliarini di Sabotage e raccontata attraverso un identikit per il numero speciale Grande! Zero - La notte di Milano.

Scritto da Emanuele Zagor Treppiedi il 18 ottobre 2017
Aggiornato il 19 ottobre 2017

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Data di nascita

24 settembre 1982 (41 anni)

Luogo di nascita

Seriate (BG)

Attività

Direttore artistico

Dj e ideatore del progetto Sabotage che presenta i nuovi talenti dell’hip hop italiano e non solo.

A che ora inizia il giorno e a che ora finisce la notte?
Il giorno inizia con l’odioso rumore della sveglia e la notte finisce quando chiude l’ultimo chiosco dei panini

Qual è la magia che distingue la notte dal giorno?
Di notte si spegne la città e si accendono le luci al neon. E poi la notte porta consiglio…

La notte di Milano.
“Ma c’è open bar?”

La tua prima notte folle.
Patente appena presa, dopo un concerto, con un amico ci siamo cappottati con l’auto finendo in un campo e siamo dovuti uscire dalla macchina a testa in giù. Eravamo presi malissimo. Fortunatamente non ci siamo fatti nulla, ma l’auto era distrutta.

Come ti prepari e come inizia la tua serata?
Cena: da Wang Jiao, poi il ritrovo è sempre in via Corsico. Di solito mi riscaldo con una birretta, i cocktails più tardi.

La vita è un party o i party aiutano a vivere?
I party aiutano a vivere.

Qual è l’evento dei tuoi sogni che vorresti organizzare?
Un luna park con montagne russe, autoscontri e tagadà, un palco su cui farei esibire Dipset, Busta Rhymes e Drake e un ring per le sfide tra wrestler anni 90 durante i cambi palco. Dj Tsura e Lvnar al mio fianco e mio fratello Ensi al microfono. Ciliegina sulla torta: le strippers (come corpo di ballo), ma soprattutto avere un telecomando con cui gestire gli effetti pirotecnici.

Cos’hai scoperto di notte e cosa sogni di scoprire ancora nella notte?
Nuova musica, nuovi artisti, nuovi locali, nuove persone. Mi auguro sia così ancora per un po’.

Che traccia metti quando ti prepari davanti allo specchio per andare a ballare?
Mai ballato davanti allo specchio. Solitamente in casa, a parte quando faccio ricerca o selezione per un dj set, ascolto roba diversa da quella che poi vado a suonare o ascoltare nel club, qualche vinile rilassante generalmente.

Qual è la cosa più bella di lavorare di notte?
La città è deserta e silenziosa, non c’è traffico e puoi solo ripensare a tutto quello che hai appena vissuto.

Una persona della notte che è diventata importante anche di giorno?
Durante un Sabotage al Rocket ho conosciuto Margherita, la mia compagna e partner in crime. Mi aveva scattato una foto abbagliandomi con il flash del telefono. Superato l’impaccio iniziale abbiamo iniziato a frequentarci. Ai tempi lei si occupava della door selection del Plastic e organizzava eventi. La notte è stata lo scenario perfetto per le nostre scorribande.

Ti sei mai innamorato di notte?
Ovviamente di Margherita.

Instagram o facebook? Stories o status?
Sono una persona abbastanza riservata, non amo fare post di continuo in cui dire la mia su qualsiasi cosa, preferisco le più classiche chiacchiere al bar in cui posso esprimere i miei pensieri con le persone a cui tengo di più. E non sto a preoccuparmi dei likes. Quindi direi Facebook per condividere eventi, musica e meme, Instagram per le foto (ma questo credo sia ovvio).

La discoteca e il party più belli di sempre?
Le Bain a NY: la visuale che offre su Manhattan, il dj booth a stretto contatto con il pubblico e la piccola pool al suo interno lo rendono il club dove un giorno sogno di mettere i dischi per la mia festa di compleanno. La festa più memorabile invece è stata a Miami durante la Winter Music Conference con tutti i miei mostri sacri in consolle che un secondo prima erano di fianco a me a bere.

Il luogo nel mondo con la “mejo” nightlife?
NY, perché offre qualsiasi cosa.

Dove vai di notte quando non vuoi vedere nessuno?
Videogame sul divano, al buio e con le cuffie, di quelli che poi non dormi più dalla tensione. Non è così romantico come guardare la luna riflessa sulla Darsena o andare sul tetto segreto di un palazzo, ma mi permette di scollegarmi da ogni cosa.