Realizzo solo ora che l’australiano Lawrence English ha già un decennio di attività ufficiale alle spalle, come vola il tempo santo cielo. Mi pare ieri che grazie a edizioni quasi carbonare della Baskaru (prima) e della Presto!? di Lorenzo Senni (dopo), il lavoro di questo musicista/compositore mi è passato tra le mani. Tra le cose che preferisco di lui c’è la capacità di creare strati di suono letteralmente atmosferici, che danno un’esatta dimensione di uno scenario meteorologico proprio. A tratti densi come cumulonembi, a tratti luminosi come la luce che filtra attraverso le tapparelle. Lo accompagna nel corso della serata il nostrano Matteo Uggeri, che fuori dal gruppo madre Sparkle in Grey ha tenuto in piedi negli anni una serie di progetti molto diversi tra loro, dal più industrial Der Einzige a una serie di progetti elettroacustici sempre di alta qualità. Un plauso alla neonata Plunge, allora, entità milanese che vuole rimettere al centro l’esperienza dell’ascolto e dell’attenzione per il suono con un aspetto fortemente curatoriale.
Scritto da Onga Boring Machines