Nel 2006, quando uscì l’esordio omonimo dei Kill The Vultures, la band di Minneapolis apparve come i salvatori di quell’hip hop sperimentale ormai privato dei miei amati cLOUDDEAD. Rimasti poi solo in due, con Crescent Moon alla voce e Anatomy alle basi, ne seguì The Careless Flame un album ancora più bello e personale, che di hip hop manteneva giusto le modalità produttive (campionatore e voce “rap” e via), per il resto pareva più una versione post-apocalittica di alcolici blues e surreali escursioni noir urbane. Ne ricordo ancora il live con Anatomy appollaiato su un trespolo tipo corvo a suonare beat claudicanti e sgracchianti loop (free)jazz, mentre Crescent Moon con il fuoco dentro vuotava l’anima di fronte a noi. Ora, a distanza di 6 anni, i due tornano forti di un nuovo album Carnelian, se possibile il loro migliore: luci basse, jazz, folk, percussività ossessiva tutto affrontato con il solito approccio punk allucinato. Stasera si scenderà nei vicoli più bui e sudati della vostra mente.
Scritto da Marco Caizzi