Venerdì scorso sono stato all’anteprima di Mine.
Internet e i media stanno venendo inondati di recensioni, opinioni e curiosità su questo film. C’è elettricità nell’aria, perché dopo Lo chiamavano Jeeg robot e Veloce come il vento potrebbe essere un altro passo del nostro cinema verso la sua rinascita.
La trama è semplice: un cecchino e il suo spotter devono uccidere un bersaglio. Il cecchino rinuncia, viene scoperto, scappa e finisce su un campo minato. Resta col piede bloccato su una mina in mezzo al deserto e deve aspettare 56 ore prima che arrivino i soccorsi, mentre i nemici fuori e dentro la sua testa si fanno via via più aggressivi.
Qualcuno l’ha definito «un American Sniper con il nemico sotto i piedi».
A Zero amiamo quel qualcuno, ma voglio anch’io la droga che ha preso.
Mine non è un war movie. È un film sul coraggio che serve per dedicare la tua vita a qualcuno, tema già affrontato dagli autori in quella figata di True Love. È bello per questo. È grande, per questo. Perché non si para il culo dalle pernacchie come la stragrande maggioranza dei film in cui l’uomo per esprimere sentimenti o la tromba, o la tromba duro mentre percuote muri. Anzi. Mine affronta la profondità dell’animo maschile mettendoti a disagio proprio come se fossi su una mina e lo fa come una persona che ti conosce fin troppo bene.
Mine parla di uomini agli uomini, o ai candidati tali.
Dice che per trasformare la tua fidanzata in una moglie prima devi trasformare un adolescente in un uomo, ed è una transizione difficile, dolorosa, complicata e contraddittoria. Un viaggio solitario con un finale sconosciuto. A volte diventi qualcuno che non volevi. A volte la vita decide per te. Un uomo ha strade mai percorse, capitoli in sospeso, rimorsi, rimpianti, domande che deve districare prima di arrivare in ginocchio davanti a una donna.
Lo chiamano “il grande passo” perché vai contro la voce del tuo scroto, che dalla pubertà in poi ordina di trombare il più femmine possibile. Un solo passo e sarà tutto finito. Riuscirai a cambiare vita? Sarai un buon marito? Somiglierai a tuo padre?
Quanto lontano e per quanto tempo puoi scappare, per non scoprirlo?
American sniper cerca di convincere gli americani di aver vinto la guerra.
Mine parla del coraggio di fare il grande passo e diventare un uomo. Paragonarli è chiaramente frutto di una mente coccolata da sostanze psicotrope, cosa che ammiro e invidio molto, ma non qui.
Se lo andate a vedere aspettandovi BANG BOOM AARH SPLAT SBLEURCH rimarrete delusi. Se invece siete, o siete stati, anche voi col piede su una mina, andateci. La regia di Guaglione e Resinaro tiene la tensione, ha una colonna sonora ottima, suoni STREPITOSI, momenti di grande cinema (tempesta di sabbia, prima notte, recap finale), dialoghi un po’ meh nel primo atto e dei WTF?! sulla parte militare, che però riguarda l’esercito Usa, ove qualunque idiozia è plausibile perché sono un popolo di mentecatti.
Credo sia un film coraggioso, in gran parte riuscito, e che voglio rivedere quanto prima. A differenza di American sniper. E comunque, riga’, dove l’avete presa quella roba?
Scritto da Nicolò Nebo Zuliani