Per festeggiare le sette candeline, la più grande manifestazione dedicata al whisky in Italia fa opera di moderato trasformismo, a cominciare dal nome: si passa da “Spirit of Scotland”, com’era nota fino a ora, a un più avvolgente “Roma Whisky Festival”, con il vecchio marchio a far da traino e sottotitolo. D’altra parte, il mercato del distillato non è più esclusiva scozzese, ma raggiunge quattro continenti, spesso tutti rappresentati tra gli stand del Salone delle Fontane, dove anche quest’anno l’aria sarà invasa da torbati, sherry monsters e cask strength per una due giorni a pieno grado alcolico. Il team degli organizzatori è confermato a pieno titolo e la formula già brevettata nelle scorse edizioni viene riproposta ed espansa: oltre 50 espositori, masterclass per tutti i gusti – da quelle per neofiti alle verticali più estreme – l’imbottigliamento speciale del festival e l’apprezzatissima area cocktail bar, dove sei diversi stand di altrettanti locali si sfideranno sulla questione mixology. Tra le novità, da segnalare l’arrivo dei “cugini” cognac e armagnac, che stanno conoscendo una nuova giovinezza: perché non si dica che l’appassionato di whisky è monotematico e ha paura di provare cose nuove…
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Scritto da Alberto Asquini