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La guida di Zero ai migliori festival di giugno in Europa

Appuntamenti storici, giovani riconferme e new entry

Scritto da Chiara Colli il 28 maggio 2019
Aggiornato il 3 giugno 2019

La valanga di ottimi festival che anche quest’anno attraversano l’Italia fin da giugno è la spia evidente di come l’estate – quest’anno non proprio metereologicamwnte parlando – arrivi sempre prima. Per i più svegli, quelli che invece di aspettare agosto hanno la possibilità (e beh, pure le finanze) di pendersi anche solo un giorno di vacanza nel corso di questo mese, l’Europa, ça va sans dire, non lesina opportunità di fare un weekend a spasso a ritmo di musica, location pazzesche e magari pure qualcosa in più (arte, città da scoprire, addirittura cibo buono). Come ogni anno, oltre ai soliti noti che conosciamo bene (Primavera Sound e NOS, Field Day e We Love Green), c’è l’imbarazzo della scelta e, soprattutto, ce n’è per tutti i gusti: quelli più esigenti, con Heart of Noise, Jazz festival Ljubljana e Moers; i classici che non hanno bisogno di troppe presentazioni, Villette Sonique, Worldwide e Montreaux Jazz Festival; e poi le location incredibili, con la (relativa) new entry in Albania di Kala, la techno tra gli alberi di Junction 2, il Plissken in Grecia e l’Est Europa che non t’aspetti (o forse sì) di Tauron. Insomma, le alternative ai grandi raduni di massa non mancano: le trovate qui di seguito, in ordine cronologico. E noi ci ritroviamo su queste pagine a fine giugno per i migliori appuntamenti di luglio.

VILLETTE SONIQUE (PARIGI, PARC DE LA VILLETTE – DAL 6 AL 9 GIUGNO)


Villette Sonique è uno di quei gioiellini festivalieri europei dove fare incetta di prelibatezze (magari non tantissime, ma sempre di gran qualità) che da queste parti passano di rado. Il parco de la Villette è una enorme Disneyland per tutti, tra auditorium, club, teatri, musei, prati verdissimi e un senso di pace che ti circonda. Che la proposta musicale vada di pari passo con questo benessere generalizzato è il quid fondamentale. Il che significa che quest’anno vi beccate la pompatissima (a ragione) reunion degli Stereolab, Tim Hecker che vi inonda di droni e gagaku, il pianoforte per cuori teneri di Kelly Moran. E ancora: Julia Holter accompagnata dal contributo cosmico di Tashi Wada, Deena Abdelwahed che presenta il suo nuovo “Khonnar”, Aisha Devi a settare le lancette del tempo al 2050, i voli pindarici dei Szun Waves, Objekt a garantire la quota cassofila e moltissimo altro. E poi Parigi è sempre Parigi. Est-ce suffisant?
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HEART OF NOISE (INNSBRUCK, VARIE LOCATION – DAL 7 al 9 GIUGNO)


Pensare che il “cuore del rumore” possa trovarsi in mezzo alle Alpi fa un effetto strano. Eppure sono ormai otto anni che Heart Of Noise fa di Innsbruck, alle porte dell’estate, una delle capitali della sperimentazione artistica e sonora. L’edizione 2019 porta avanti una proposta dove ricerca e clubbing si intersecano, facendo dialogare varie discipline, con eventi e interventi che coinvolgono e interagiscono con lo spazio pubblico urbano della città: si rompono i confni tra musica seria e d’intrattenimento, si frantumano costruzioni sonore prestabilite. Un cartellone che presenta apologeti dell’ hardware, futuristi, chitarristi, macchinisti musicali, apocalittici e post-apocalittici, musique deconcrete, padrini e madrine. Dalla prima dell’opera “AkthamarII”, commissionata da Heart of Noise festival sotto la regia di Ekehardt Rainalter al live a/v di Philip Jeck insieme a Karl Lemieux e Michaela Grill, dal set interstellare di Andrea Belfi alle registrazioni glamour di dive turche degli anni ’60 e ’70, ritrovate e scelte dalla curatrice polacca Kornelia Binicewicz; dal sax possente di Ben Vince alle produzioni audiovisive del leggendario artista newyorchese Phill Niblock, fino ai beat profondi di Gazzelle Twin e la reinterpretazione dello storico album “Time Machine” dei Coil con Drew McDowall e Floirence To. E poi i live su un tram mentre corre fuori città (con la musica dell’artista georgiana Mika Motskobili), lo showcase dell’etichetta ugandese Nyege Nyege Tapes, la cumbia coloratissima dei Dengue Dengue Dengue e il set (con ballerini) di Gabber Eleganza. Don’t stop the dance!
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MOERS FESTIVAL (MOERS, VARIE LOCATION – DAL 7 AL 10 GIUGNO)


New entry assoluta nella guida ai festival di giugno, ma non perché la tre giorni non abbia uno storico importante. Imbattendoci qua e là nei nomi coinvolti, scopriamo non solo che quest’anno il Moers ha una line-up bellissima, ma che resiste da quasi cinquant’anni come una delle roccaforti del jazz (e delle sue sfumature) europeo. La storia viene quindi da lontano, dal 1972, in questa cittadina incastonata nella Renania Settentrionale, puro nord-ovest tedesco, a un tiro di schioppo dalla Francia. Se vi foste mai imbattuti in questo parco alle porte della città – tra live sotto le stelle o all’interno di un tendone da circo – ben sapete il livello medio della proposta (che, negli anni, è significato potersi sentire calibri massimi tipo Cecil Taylor, Anthony Braxton, Peter Brötzmann, per citarne alcuni). E in questa edizione non si risparmiano i nomi grossi. Dal live devastante degli Ex Eye, ai soliti noti Colin Stetson e Phil Minton, passando per la debordante potenza degli Ill Considered. E, non bastasse, chicche sparse come Trondheim Voices, Andrea Taeggi, Acid Mothers Temple, Akaten. Sun Ra Arkestra. Viaggioni.
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JUNCTION 2 (LONDRA, BOSTON MANOR PARK – 7 & 8 GIUGNO)


C’è vita oltre la techno sudatissima che rimbalza dal palco The Bridge, uno stage fenomenale ricavato tra i pilastri dell’autostrada che ci corre sopra? Certo, hanno pensato gli organizzatori del Junction 2. Infatti, dopo due anni di pienoni in quel di un parco, altrimenti anonimo, alle periferia ovest di Londra, raddoppiano la line-up aggiungendo un venerdi che viaggia a BPM più contenuti, gestito da dj di calibro assoluto. Se sabato è il regno del beat 4/4 con i vari Loco Dice, Apollonia, la sensazionale Amelie Lens e Tale of Us, il venerdi si testano i vari stage e soundsystem con la classe di Hunee, Villalobos, Koze, Dixon, gli amatissimi Bicep e altro ancora. Quali sono le controindicazioni di andare a un festival del genere? A leggere la line-up, forse quella sensazione di fastidiosa ansia che sale quando sai che per forza ti perderai qualcuno e qualcosa. Pensate il terrore quando gli organizzatori hanno comunicato di aver aggiunto due after al Fabric, il primo – venerdi notte – con un imperdibile b2b Daphni-Hunee in sala uno. Più che un festival, per il clubber Junction 2 è ormai una vera e propria scorpacciata.
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KALA (DHËRMI – DAL 12 al 19 GIUGNO)


Dopo la miriade di festival in Croazia chissà se la prossima meta da scoprire, tra musica e mare, sarà davvero l’Albania. Gli inglesi ci credono davvero e sembrano aver avuto ragione per l’ennesima volta, visto che è sold out la seconda edizione di Kala, sulla spiaggia di Dhërmi. Una bellissima cittadina affacciata sul mare Ionio, praticamente di fronte a Otranto, con diverse spiagge nascoste e incontaminate che possono diventare le vostre mete diurne prima di piazzarvi sotto cassa sotto le stelle in altrettanti dancefloor open air spettacolari: c’è quello in una cala che si può raggiungere solo in barca, quello su una terrazza ricavata da rocce che si affacciano sul mare, quello dentro una foresta, ideale per le ore più calde, o quello più classico al’interno di uno yacht club. La line up è di qualità incontrovertibile e assomiglia sempre di più a quelle dei migliori festival cugini croati. Per quest’anno si prevede una sezione live con Inner City, Jordan Rakei, Hercules & Love Affair, Fatima & The Eglo Band, Joe Armon-Jones & Maxwell Owin; una sezione di extended set da 5 ore, in cui correranno maratoneti di prima fascia quali Hunee, Theo Parrish e Derrick May; poi i sempre vailidi Call Super, Honey Dijon, Prins Thomas, Jayda G, Fred P, François Kevorkian etc. Sul sito trovate tutte le info, anche circa le experience extra festival. Non ci saremmo mai aspettati di finire a far clubbing in Albania, ma prima che diventi hype e che dal vicino Salento arrivino tutti qui, un salto è il caso di farlo ora.
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JAZZ FESTIVAL LJUBLJANA (LUBIANA, VARIE LOCATION – DAL 18 AL 22 GIUGNO)


Se risalite lo Stivale e girate a destra, superato il confine tra Gorizia e Trieste, con poco più di un’ora siete arrivati a Lubiana, nel bel mezzo della Slovenia. Famosa per il suo castello in cima alla collina e per il Ponte dei Draghi, l’intera città vecchia è ricca di fascino. Ma Lubiana non è solo meta turistica e nel mese di giugno, in apertura della stagione dei festival estivi europei, accoglie da sessanta (60!) anni i suoi visitatori con il Ljubljana Jazz Festival, ormai da tempo in stretta collaborazione con l’etichetta portoghese Clean Feed che qui registra gran parte dei concerti in vista di una futura pubblicazione. L’edizione di quest’anno vede come evento di spicco una delle tappe del tour europeo di John Zorn con le sue “Bagatelles”, un concerto maratona con 14 progetti di casa Tzadik a confrontarsi con le composizioni dell’artista newyorkese, sul palco anche in un solo per organo. Da non perdere anche il solo della regina del contrabbasso Joëlle Léandre, il new brazilian funk di Paal Nilssen-Love, l’ottetto di Kaja Draksler con il clarinetto di Ab Baars, gli immancabili Ken Vandermark e Mats Gustafsson. Li vedremo suonare in duo e alla guida di due formazioni che non hanno bisogno di presentazioni: Made to Break e Fire!, per l’occasione in formazione allargata con la voce di Mariam Wallentin, conosciuta con i Wildbirds & Peacedrums ed ormai membro fisso della Fire! Orchestra. Gran finale sotto le stelle della Krizanke Arena con le ritmiche fusion degli Snarky Puppy.
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PLISSKËN (ATENE, TECHNOPOLIS – DAL 26 AL 28 GIUGNO)


Ok, di solito associamo tutti la Grecia all’estate, al mare, alle isole e agli shot di ouzo o metaxa. Per una volta, però, potreste prenotare un volo fuori stagione, a fine giugno ad esempio, e farvi un festival da quelle parti: perché i prezzi sono più che accettabili (anche dei voli), perché lì il pubblico è sempre bello carico, perché, bisogna dirlo, hanno location che noi ci sogniamo. Parliamo di Technopolis, una zona museale nata sulle ceneri di un vecchio distretto industriale, popolata da gazometri e ciminiere. E, come se non bastasse, ai piedi dell’antica Acropoli. Ergo, capace che tra un cambio di palco e l’altro vi fare pure un selfie con luna e Partenone sullo sfondo. Per quanto riguarda la line up, il Plisskën oscilla tra la ricerca e il nazionalpopolare (di qualità). Così, in questa edizione 2019, potrete cantare abbracciati tutte le hit di nonno Moroder; fischiettare i motivetti di Peter Bjorn & John; volare verso il deserto con Bombino o verso le Ande con Nicola Cruz; ballare con una pletora di dj niente male: The Black Madonna, Hunee, Optimo, Lena Willikens, Khidja, Interstellar Funk; farvi bollire i timpani dalle chitarre dei K-X-P come dai modulari dei Giant Swan.
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TAURON NOWA MUZYKA (KATOWICE, CULTURE ZONE – DAL 20 AL 23 GIUGNO)


Sul fatto che l’Est Europa sia la nuova frontiera (già da qualche anno, in realtà) dei festival è un segreto che più non è. E la Polonia, tra tutti gli stati, è quello che più di tutti ha saputo accelerare in tal senso. Il Tauron Festival si svolge nella città di Katowice, una delle più attive sul versante della vita notturna e del diverimento-di-noi-giovani. Il Tauron si sviluppa nella “cultural zone”, il cuore della città dove troverete il Centro Congressi Internazionale, la sede dell’Orchestra Sinfonica della Radio Nazionale Polacca e il nuovo museo della Slesia – che diventano le nuove location di quest’anno, al posto del parco cittadino – e poi locali, art nouveau ovunque, e sarete pure a un tiro di schippo da Cracovia, se volete farvi la gitarella nella capitale. Nel mezzo: un festival bellissimo, con line up decisamente di peso orientata soprattutto ad elettronica, sperimentazione e cassa. Dai Krafterwek in 3D ad Andrea Belfi, da Laurel Halo ad Apparat (live), passando per Fatima Al Quadiri, GusGus, Matthew Dear, Yves Tumor, Roman Flügel, Marie Davidson e molte glorie dell underground locale.
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WORLDWIDE FESTIVAL (SÈTE, VARIE LOCATION – DAL 28 GIUGNO AL 6 LUGLIO)

worldwide-festival
Quel vecchio volpone di Gilles Peterson ci aveva visto lunghissimo: molti festival ora fanno fuoco e fiamme per avere nella prima line up formazioni “world” di qualsiasi tipo, dalle Ande al Kilimangiaro, e lo stesso dicasi per dj che non vadano sul solito 4/4 technoide europeo (e bianco), ma sappiano dare un bel po’ di calore “equatoriale” alle proprie selezioni. Lui questa intuizione ce l’aveva avuta decenni or sono, anzi, ce l’ha avuta da sempre, come se fosse innata, per cui ora se ne sta bello tranquillo sulla spiaggia di Sète con lo scettro e la corona da re dello stare avanti, mentre gli altri sono lì dietro ad affannarsi per recuperare tempo e chilometri di distanza. Alla sua corte questa estate troverete Kamaal Williams, Khruangbin, KOKOKO!, NeoTantrik (feat. Andy Votel, Sean Demdike, Graham Massey), The Comet Is Coming, Floating Points, J Koze, Airto Moreira with Flora Purim, Carista Jacques b2b Superpoze, Khalab Trio, Peggy Gou e tanti altri astri emergenti di sonorità che vanno dall’afro al jazz e all’elettronica. Party sulla spiaggia, arene vista mare, piedi scalzi e calici di vino pieni. Fate voi….
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MONTREAUX JAZZ FESTIVAL (MONTREAUX, VARIE LOCATION – DAL 28 GIUGNO AL 13 LUGLIO)


Per due settimane all’anno Montreaux diventa uno dei dieci posti migliori del Mondo dove vivere. Siete in Svizzera, lungo i bordi di un lago circondato dal verde, a cavallo tra giugno e luglio, quindi con il clima che permette anche di prendere la tintarella e fare il bagno. A questo aggiungete un cartellone che ogni giorno vi propone concerti, sparsi in varie location della città, che vanno dai grandi classici più stilosi e contemporanei alle icone pop passando per i nomi emergenti del jazz internazionale. Dall’iniziale impronta jazz, lo storico festival di Montreaux si è aperto a tutti i tipi di genere e pubblico – sempre, fortunatamente, giovane – e una città che brulica di vita di riflesso, con un upgrade che non è solo del cartellone ma anche rispetto alla sostenibilità ambientale, l’accessibilità e l’apertura a tutti i tipi di target (famiglie incluse). Quest’anno si va da Chilly Gonzales e James Blake a Janet Jackson e Joan Baez, da Thom Yorke e Andrea Belfi a Masego, Apparat, Bon Iver e Mac DeMarco; imbarazzo della scelta anche per il clubbing con, tra gli altri, Modeselektor, Ben Ufo b2b Joy Orbison, The Chemical Brothers e Ben Klock. Come si dice in questi casi: cinquantatre anni e non sentirli.
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HANNO CONTRIBUITO AI TESTI: ALBERTO ASQUINI, CARLO CIMMINO, NICOLA GERUNDINO, RAFFAELE PARIA