Helmut Oberhofer è un mastro distillatore altoatesino e proprio da qui parte l’avventura che lo ha portato, insieme alle Distillerie Roner, a creare un gin tutto alpino: lo Z44. Partendo dalle tradizioni liquoristiche dell’Alto Adige, come il kranewit – un distillato di ginepro -, Helmut cerca di raccontare la sua terra in maniera più articolata e racchiudere nel suo gin tutti i sapori del suo territorio. Nasce Z44, un Alpine Gin che con le sue botaniche molto particolari merita più di un assaggio al Gin Day.
Puoi presentarti? Chi c’è dietro Z44?
Dietro Z44 ci sono le Distillerie Roner, 70 anni di passione per la distillazione e io che ho il privilegio di essere l’attuale Master Distiller. Mi chiamo Helmut Oberhofer sono altoatesino di nascita e metto due cose nel mio lavoro: passione e qualità.
Da cosa è nata la passione per la distillazione che ti ha spinto in questa avventura? Hai sempre lavorato nel mondo degli spirits?
Il mestiere l’ho imparato da Guenther Roner, sul campo, anzi sugli alambicchi. Non è una scienza esatta distillare, é magia e alchimia, è sentire, intuire. É anche provare. Solo sul campo puoi imparare il mestiere. Mi affascina e appasiona riuscire a catturare l’anima più pura di qualcosa, mescolare, trovare equilibri. Il mio obiettivo è sempre creare qualcosa di nuovo, scrivere avventure di gusto e rinchiuderle dentro una bottiglia perché altri possano viverle.
Raccontaci un po’ di più circa Z44: perché questo nome, quando nasce, da quale intuizione e qual è la sua filosofia.
L’idea ha qualche anno. Il gin stava diventando sempre più di moda ed io producevo il kranewit, un distillato di puro ginepro, una gineprina tradizionale. Ma rimaneva il tarlo di creare un gin con una personalità speciale, che parlasse della mia terra, dei suoi profumi e sapori, che la raccontasse in maniera più articolata del solo ginepro. E poi ho incontrato il pino Cirmolo: un amore a prima vista! Un sapore forte, balsamico, persistente. Ed ecco la sfida: come combinare questa personalità così dominante con profumi molto più delicati e farne uscire qualcosa di armonico, elegante equilibrato. Il nome fa riferimento a zirbel, Cirmolo in tedesco, e alla gradazione, ma anche a Zallinger 44 l’indirizzo delle distillerie Roner, dove Z44 è nato.
Questo è un ottimo momento per il gin italiano, e il tuo è prodotto in Alto Adige. Quanto di questa terra troviamo nei tuoi prodotti? Come scegli gli ingredienti e le botaniche?
Troviamo tutto l’Alto Adige possibile: il Cirmolo, la genziana, l’achillea, tutte botanicals alpine che crescono sui nostri monti. La scelta dei botanicals è stata condizionata dal territorio: volevo fosse un gin che pur avendo le botanicals tipiche e tradizionali avesse tanto tantissimo della mia terra da raccontare.
Ci spiegheresti come viene prodotto e che tipo di gin è?
Pur essendo l’Italia il primo produttore nazionale di ginepro, praticamente solo in Alto Adige è rimasta viva la tradizione di realizzare un distillato di bacche di ginepro mature, il Kranewit. Per questo, partendo dalla tradizione, ho pensato di creare un Distilled Dry Gin che amo definire Alpine Gin. Nasce dall’idea di portare avanti una tradizione locale profondamente radicata: l’incontro tra la tradizione del Kranewit e quella dello Zirbel o Zirmeler: liquore realizzato per infusione delle pigne fresche di pino cirmolo, una varietà di pino endemica di pochissime micro aree alpine. Un albero estremamente longevo, legato alla tradizione locale in diverse maniere. Le pigne che impiegano 2 anni a maturare vengono raccolte a mano nelle zone impervie in cui crescono, e la raccolta avviene solo ad anni alterni. Nella tradizione se ne realizzavano non solo liquori fortemente balsamici ma anche sciroppi casalinghi usati per curare le affezioni polmonari. Due tradizioni unite incontrano altre erbe e radici della flora locale come Achillea rossa e bianca, viola, genziana che si uniscono a essenze più esotice tipiche del gin ma anche al mediterraneo arancio.
Come ci consigli di gustare il tuo gin? In miscelazione dove trova la massima espressione?
Io personalmente lo amo puro. Ma i nostri bartender hanno creato moltissimi cocktail dai classici alle loro rivisitazioni con Z44.
Come ti spieghi il boom che sta vivendo attualmente questo distillato? Qual è ad oggi la fortuna del gin?
Oltre al fenomeno moda secondo me ci sono due fattori: il primo é che il gin non è mai uguale. Ogni gin ha una sua personalità e quindi ogni volta puoi scoprire qualcosa di diverso.
Il secondo elemento secondo me è dato dal fatto che i bartender sono diventati dei signori professionisti e hanno guidato i loro clienti a capire e conoscere la qualità e la varietà. Quindi un pubblico informato, esigente e curioso che ama provare. Perfetto per il gin!
Che consigli daresti a chi vuole seguire la tua stessa strada?
Trovarsi un master distiler e fare l’apprendista per almeno 5-6 anni.
Progetti per il futuro? Ci dobbiamo aspettare altri prodotti?
Ghigna…stay tuned!!!
Tre bar dove ti piace rilassarti quando vieni a Milano?
A Milano visito sempre molti locali, sono curioso, ma nel mio cuore ci sono Teo Sfafforini di Casa Mia, Max e il suo Tijuana Cafe.
Rimedio per una sbronza?
Non prenderla! Bevi bene e per il piacere.
Cosa ci aspettiamo da questo Gin Day?
Di incontrare molti professionisti e colleghi stimolanti e interessanti e tornare a casa con un sacco di idee.
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