In tempi di ondata sovranista i Superorganism sembrano il ritratto nostalgico di una società non troppo antica, aperta, multiculturale e cosmopolita. Vengono da Giappone, Inghilterra, Stati Uniti e Nuova Zelanda, ma sono rifugiati proprio in tempi di Brexit a Homerton, East London, che è diventato il loro quartier generale. In Italia il loro hype è passato sotto traccia, almeno fino al Primavera Sound – dove nonostante un palco e un orario scomodo hanno fatto ballare anche i più frastornati dalla maratona catalana. Grazie ad autentici tormentoni come “Something For Your M.I.N.D.” (finita subito nella soundtrack di Fifa ’18), “It’s All Good” e “Nobody Cares” hanno rapito i cuori di artisti molto influenti e generazionali, su tutti Frank Ocean, Josh Homme e Ezra Koenig dei Vampire Weekend.
Se non sapete di cosa stiamo parlando e siete cresciuti negli indie club, inebriati da quell’estetica e quelle sonorità weird-pop tipiche degli Anni Zero, recuperate subito il loro esordio omonimo uscito in primavera su Domino. Se non avete buttato nel cestino cd e cartelle di mp3 piene di The Go! Team, The Fiery Furnaces, Of Montreal, The Flaming Lips, Little Dragon e delle scanzonate band scandinavi dei bei tempi che furono, ne resterete sicuramente innamorati.
Geschrieben von Piero Merola