Non la Liverpool del Mersey beat, non la Londra punk dei Settanta, non la Manchester baggy dei primi Novanta e neanche la Edimburgo di „Trainspotting“. Potendo scegliere uno spazio e un tempo in cui vivere nel Regno Unito, per chi scrive si tratterebbe sicuramente della Glasgow tanto piena di disagio (sub)urbano e contraddizioni quanto di musica originale e a suo modo rivoluzionaria di Ottanta e Novanta: quella della Creation Records, della new wave e del glorioso live club King Tut’s (che sì, è il posto dove Alan McGee mise sotto contratto gli Oasis).
L’origine „glaswegian“ è sicuramente tra le cose che hanno permesso ad Alex Kapranos e soci di respirare una valanga di suoni alternativi proprio nel corso di quei due decenni. Se il post punk e la voglia di „far ballare le ragazze“ restano una costante nel DNA dei Franz Ferdinand, a prescindere dai loro lavori in studio, anche la verve live è rimasta quella carismatica di un tempo (e i tour con gli Sparks lo hanno dimostrato). Concerto che farà gongolare gli over 30 e a cui farebbe bene a presenziare anche qualche ventenne per farsi un’idea di come si regge un palco – che si faccia post rock o indie da „classifica“. Poi, ad agosto, tutti in vacanza in Scozia.
Geschrieben von Chiara Colli