Non è dato sapere se la teatrale e iper-controllata voce di Harry McVeigh sia da considerarsi plagio o omaggio a Ian Curtis. A lui non parlate di Joy Division, Interpol ed Editors, perché il trio londinese spara alto, citando i Talking Heads come maggior influenza e coverizzando i Portishead. Quello che sappiamo di sicuro è che noi, figli di un’era 80s che avremmo tanto voluto vivere di persona, coi nostri ipod imbottiti di moderni dark-rocker da copertina abusatori di synth e dispensatori di testi noir a prezzi da mercatino dell’usato, siamo prede facili. Il nuovo „Five“, diciamocelo, non aggiunge granché alla loro discografia. Ma ecco il mio consiglio per stasera: accantonare i pregiudizi e godersi il loro pomposo show. Loro almeno, a differenza di molti altri, fanno sorridere, saltare, cantare.
Geschrieben von Eugi