La storia, il colonialismo, la diaspora e la politica sono i temi portanti del primo padiglione ghanese alla Biennale di Venezia; progettato dall’archistar David Adjaye, lo spazio che ospita “Ghana Freedom” è il luogo in cui artisti lontani per età, status e medium si incontrano per raccontare la società di uno degli stati africani in maggior fermento.
E così le installazioni, i video e i dipinti dei ben noti John Akomfrah, El Anatsui, Ibrahim Mahama e Lynette Yiadom-Boakye dialogano con la memoria storica riverberata dagli scatti di Felicia Abban, la prima fotografa professionista nella storia del Ghana e dal lavoro dell’esordiente Selasi Awusi Sosu, volto nella nuova contemporaneità ghanese.
Il padiglione, curato dalla regista Nana Oforiatta Ayim, rappresenta uno degli ultimi lavori del compianto Okwui Enwezor, consulente esterno di un progetto che intende fortemente inserire il Ghana sulla carta geografica dell’arte contemporanea.
Geschrieben von Marco Beretta