Michael Kiwanuka possiamo considerarlo un po’ come il figlio illegittimo di Gil Scott-Heron: elegante, malinconico e suadente. Il suo secondo album, Love & Hate, abbraccia il corpo e la mente, intrinseco di una stasi emotiva che pare voglia rasserenare dinanzi alle brutture del mondo. Michael Kiwanuka eleva il soul a qualcosa di contemplativo, ruvido e graffiante, come la buona tradizione vuole. Talvolta potrebbe risultare quasi mainstream, ma il carattere nobile e l’onestà emotiva che si percepiscono canzone dopo canzone conferiscono al musicista inglese d’origine ugandese una sicurezza maestosa, dove la musica fa da ouverture alla sua voce cupa e rugosa che offre incantesimi piuttosto che elevarsi verso l’alto. Stasera non vi resta che mettervi comodi, chiudere gli occhi e farvi avvolgere dalla vulnerabilità di Kiwanuka, mentre il contesto del borgo friulano catturerà la sua potenza artistica.
Geschrieben von Fabrizio Melchionna