«Siamo la ciurma anemica d’una galera infame, su cui ratta la morte miete per lenta fame». Questa la prima strofa del “Galeone”, canzone anarchica italiana dei Settanta che spesso viene fatta vibrare live dalle cupe e intimiste corde folk del cantautore di Bristol. Ascoltando questa personale versione, come del resto accade per la maggior parte delle sue creature sonore originali, ci si lascia cullare dal dondolio ripetitivo e quasi rassicurante delle onde: non tanto per sentire la solennità dei versi liberi e ribelli, quanto per percepire lo schianto della nave e con esso quello esistenziale.

Stasera al Nadir, Elliott presenta in anteprima “Farewell To All We Know”, in uscita a inizio 2020, e proporrà anche altri brani dalla sua ricchissima e crepuscolare produzione da solista. La magia la trovate, voi portate i fazzoletti.