L’uomo usa spesso la geometria per affrontare con schemi semplici la complessità degli eventi e delle relazioni che lo circondano. Nel lavoro dell’artista altoatesina Esther Stocker accade invece il contrario: le sue opere sembrano suggerire che il nostro destino non è ancora scritto, che qualcosa di inatteso sfuggirà al nostro controllo, un glitch improvviso potrebbe far crollare le nostre convinzioni, la nostra visione.
Ad affascinare è soprattutto il fatto che questa sottile anarchia scaturisce dall’uso di una rigorosa essenzialità cromatica, di forme basiche, elementari, apparentemente eucluidee. L’approccio alla „dirty geometry“ di Esther Stocker è in continua evoluzione e ha trovato negli ultimi anni molteplici applicazioni. La sua personale alla Galleria Alberta Pane di Venezia è dedicata in particolare alla pittura. Scopriremo così quello che durante le lezioni di geometria a scuola nessuno ci ha spiegato: anche i quadrati si baciano, sfuggono alle loro griglie e rapiscono l’osservatore portandolo in un universo visivo e concettuale di paradossi, variazioni, illusioni.
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Mutuando il proprio linguaggio dal neoplasticismo della scuola De Stijl, e filtrandolo idealmente con le idee „gestaltiche“ di Ernst H.Gombrich, Esther Stocker supera queste ingombranti eredità esprimendo così una personale lettura del mondo contemporaneo: „Nei miei dipinti, nelle mie sculture e installazioni“ spiega „cerco di descrivere l’ambiguità e l’incertezza del sistema. Cerco di liberare e abbandonare i nostri modi di vedere e comprendere che sono associati alla riconoscibilità delle forme e che ci distinguono gli uni dagli altri, talvolta inconsciamente”. Il nuovo approdo di questa ricerca artistica a Venezia si esprime anche con un video e diverse sculture.
Inaugurazione: sabato, 13 novembre, dalle ore 12 alle 20
RSVP a martina@albertapane.com o al numero 041 5648481
Apertura dal martedì al sabato dalle 10.30 alle 18.30.
Geschrieben von Joe Versalis