Si dice che del maiale non si butti via niente. Ma nel caso dell’artista Giuseppe Abate è del pollo che non si butta via niente. Per la sua prima personale Here Comes the Rooster, che inaugura sabato 4 dicembre alla galleria Michela Rizzo, Abate ha realizzato una mostra sul pollo, inteso come elemento di riflessione sulla società del consumo.

Il pollo è protagonista in ogni parte che lo compone, compresi gli scarti derivanti dalla sua produzione, che vengono utilizzati come materiali per le opere. Black Burned Bones (Nero d’ossa bruciate), Eggshell Complexion (Incarnato di guscio d’uovo), Livorno’s White (Bianco di Livorno) e Sienna Rooster Blood (Sangue di gallo di Siena) sono i pigmenti creati dall’artista a partire dagli scarti organici del pollo. I gusci d’uovo vengono invece usati per realizzare mosaici, mentre i cartoni degli imballaggi delle uova per le opere scultoree.

I riferimenti musicali e letterari al pollo, inteso come simbolo o metafora, sono numerosi nelle opere in mostra, soprattutto quelli legati alla cultura pop: dalle insegne dei chicken shops londinesi, ai film d’animazione firmati Walt Disney.

Oltre l’apparente ilarità dell’insolito soggetto, questa serie di opere inedite dimostra come il pollo sia diventato ben altro che una semplice specie animale per la cultura occidentale. Noi nel frattempo vi consigliamo di andare alla mostra ascoltando questo brano degli Alice in chains.