La sesta edizione delle “resiDANZE di primavera” si arricchisce trasformandosi in vero e proprio festival che unisce i grandi appuntamenti dello spettacolo dal vivo con la festa e il piacere di ritrovarsi insieme negli spazi di Teatri di Vita e all’aperto nel Parco dei Pini, allargandosi anche ad altri spazi del territorio. Undici giornate di festa, di spettacolo e di arte, con molti appuntamenti anche a ingresso libero, e un grande filo conduttore che è quello della condivisione e della partecipazione.
Protagonista del festival sarà, come ogni edizione, la danza, quella internazionale di grandi ospiti e quella creata nell’ambito dell’impegno sulle residenze artistiche che vede Teatri di Vita in prima linea nel sostenere il lavoro creativo.
La grande danza internazionale prevede due straordinari appuntamenti in prima nazionale: Q-A (Quotidien Aliené) (6-7 maggio) del coreografo marocchino Khalid Benghrib e della sua compagnia D-Kfar, che unisce la danza contemporanea con i riti di possessione e invocazione degli spiriti della tradizione sufi di un’etnia magrebina di grande suggestione; e dalla Danimarca Mass effect (13-14 maggio) di Andreas Constantinou e della sua compagnia Himherandit, con 6 strepitosi danzatori-atleti di diverse nazionalità, in uno spettacolo potentissimo e mozzafiato, sul superamento dei limiti fisici, che coinvolgerà anche performer comparse reclutate sul territorio, a Bologna.
Nella prima settimana (con le presentazioni al pubblico nei giorni 4-5 maggio) ci saranno tre formazioni: S Dance Company e il coreografo Mario Coccetti, con il progetto The Winner, vagamente ispirato al gioco al massacro di una danza estenuante alla Non si uccidono così anche i cavalli, ma qui molto fisica e potente; (S)blocco5, con Ivonne Capece e Diletta Brancatelli nel progetto Lucy, che è stato finalista alla Biennale College Teatro, che coinvolgerà gli spettatori in un’esperienza sensoriale e sonora ispirata all’osservazione del fuoco; e infine Sonenalè con il progetto di Agostino Riola Stormi, che si focalizza sullo studio dei movimenti armonici degli uccelli trasferiti nei movimenti umani.
Nella seconda settimana (con le presentazioni al pubblico nei giorni 11-12 maggio) avremo altre tre residenze, più di contaminazione. La giovane performer serba Ksenija Martinovic lavorerà su Boiler Room – Generazione Y, menzione speciale al Premio Scenario: un’indagine sul rito del ballo della boiler room e della musica techno, in una sorta di rave aperto al pubblico; Teatringestazione propone con Chorea Vacui uno spazio deserto che andrà riempito dall’immaginazione degli spettatori, coinvolti attraverso radiocuffie in una sorta di teatro di non-partecipazione; e infine Gloria Campriani con Tra me ci propone una performance tra la fiber-art e, anche qui, il coinvolgimento degli spettatori in un gioco sulle reti sociali.
Sono due gli appuntamenti con il teatro durante il festival: il Teatro delle Donne presenta Una storia al contrario di Elena Arvigo (4-5 maggio), dal libro di Francesca De Sanctis che racconta la sua esperienza di giornalista del quotidiano “l’Unità” proprio negli ultimi momenti prima della chiusura del giornale, seguiti dal difficile precariato; mentre Stalker Teatro presenta Steli di Gabriele Boccacini (11-12 maggio), anche in questo caso uno spettacolo dove il pubblico è parte attiva in un gioco sull’idea di abitare gli spazi pubblici.
Questo è anche il festival dell’arte, e non solo per le contaminazioni, ma anche per le due mostre previste, che rientrano nel programma di Art City. Oltre alla mostra di Filippo Partesotti, che accompagna l’intero festival, nei giorni specifici in concomitanza con Arte Fiera è previsa la mostra Donne. Arte. Resilienza di Malak Mattar, realizzata con la collaborazione di AssoPace Palestina, alla Sala Studio (via del Pratello 90/a), dal 12 al 15 maggio. Malak Mattar è una giovanissima pittrice di Gaza, che ha scoperto l’arte durante i bombardamenti come via di fuga dal terrore: una mostra importante che rivela il valore dell’arte in tempo di guerra, in un periodo cruciale come quello che stiamo vivendo con la crudele invasione dell’Ucraina, e che riporta in primo piano un’area di crisi come la Palestina e Gaza, raccontate in maniera diversa dalle narrazioni dominanti.
Infine, non poteva mancare il lato più leggero e divertente, e cioè la proiezione su maxischermo delle tre serate dell’Eurovision. Sempre nel segno della condivisione e della partecipazione: sono ben accette, anzi auspicate, tifoserie scatenate…
Geschrieben von LR