Difficilissimo scrivere di questo spettacolo, anche a distanza di oltre un anno e dopo averlo visto due volte. Uno spettacolo che può essere percepito attraverso 3 fasi. La prima reazione agli attori con disabilità mentali che si susseguono sulla scena è quella di divertimento e coinvolgimento prodotto dalla loro travolgente capacità di divertirsi sul palco, poi arriva la solidarietà, perché certo è chiaro che possano recitare ed esibirsi come tutti, poi però verso la fine si è colti da qualcosa di simile al senso di colpa di chi sta a guardare una bizzarria che si fa spettacolo, ma che in realtà viene umiliata sotto ai suoi occhi, tra gli applausi dovuti di un pubblico che in realtà è lì per vedere quali sono i limiti di questo teatro indagato dal suo ideatore. Jérôme Bel ci sbatte in faccia il nostro perbenismo sostituendo il nostro politically correct con un lento pugno nello stomaco che ci fa uscire dalla sala senza parole ma con molte domande che continuano (almeno per quanto mi riguarda) a rimanere senza risposta.