L’indagine di Kepler-452 parte da Il Capitale di Karl Marx, portando in scena alcuni membri del Collettivo di fabbrica lavoratori GKN, dopo il caso di licenziamento collettivo dell’estate del 2021.
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Il gruppo si avvicina a una delle vicende sociali e politiche che ha fatto molto discutere negli ultimi tempi in Italia, quella del licenziamento collettivo di 422 operai via mail da parte dell’azienda GKN di Campi Bisenzio, e lo fa dopo aver deciso di mettere in scena Il Capitale di Karl Marx.
Un’idea che la compagnia matura dopo la fine del primo lockdown, sentendo la necessità di mettersi in ascolto di chi, nella fase immediatamente successiva, avrebbe perso il posto di lavoro. Nicola Borghesi ed Enrico Baraldi decidono così di girare l’Italia alla ricerca di quei luoghi in cui le pagine di Marx diventano persone, luoghi, accadimenti. Parlano con braccianti agricoli sikh, lavoratori della logistica, sindacalisti di base. Un giorno finiscono in una fabbrica, la GKN di Campi Bisenzio, che ha appena chiuso.
In un mattino dell’estate 2021, il 9 luglio per la precisione, 422 operai hanno ricevuto una mail: non devono tornare al lavoro il giorno dopo, sono stati licenziati. Da quel giorno hanno occupato la fabbrica, organizzato una mensa, un ufficio propaganda, dei turni di guardia, per impedire che venga smantellata. Nell’autunno dello stesso anno la compagnia entra per la prima volta alla GKN. Gli operai li invitano a mangiare con loro. La compagnia accetta e chiede se può fermarsi a vivere lì per un po’, per raccogliere materiale per uno spettacolo dal titolo Il Capitale, ispirato all’omonimo libro di Karl Marx. Gli operai sono d’accordo. Da quel giorno e per l’autunno, Borghesi e Baraldi hanno dormito lì, dentro la fabbrica occupata, su due brandine. Hanno guadagnato anche un soprannome (in fabbrica tutti ne hanno uno), legato alla loro costante presenza e al numero di domande che rivolgono agli operai in presidio: “quelli della DIGOS”.
Nel tempo che trascorrono alla GKN, i due autori hanno intervistato centinaia di operai, hanno partecipato a picchetti, assemblee, manifestazioni, hanno ascoltato, osservato, cercando di volta in volta di tornare alle pagine di Marx per tentare di instaurare un dialogo creativo tra Il Capitale e quello che succede al presidio, tra un classico della letteratura filosofica ed economica e un gruppo di esseri umani in carne e ossa. Poi la loro attenzione si è concentrata su tre persone in particolare: Iorio, manutentore, Felice, operaio addetto al montaggio e Tiziana, operaia addetta alle pulizie, che hanno invitano in scena con loro.
Un racconto su cosa significhi trascorrere vent’anni in fabbrica a fare dei pezzi, delle differenze tra chi lo ha fatto e chi non lo ha fatto mai, dell’estrazione di plusvalore, della chiusura di un’azienda tra tante. E ancora di cosa succede quando un gruppo di operai decide di tentare di fare la storia, di come per qualche tempo le logiche del Capitale vengano estromesse da un perimetro di spazio, quello di uno stabilimento industriale occupato.
Il Capitale è anche e soprattutto uno spettacolo sul tempo, sul suo scorrere, su chi lo possiede, su chi lo vende, lo acquista, lo libera.
Geschrieben von LR