Si chiama così perché come tutte le cose genuine fa davvero bene all’anima di chi partecipa, alle persone che lo organizzano e alla musica indipendente. Nato come una festicciola tra amici con la griglia in un campo in mezzo al nulla della bassa reggiana, Handmade si è trasformato in un festival da favola: completamente autoprodotto, senza sponsor, finanziamenti o patrocini, nulla di nulla. Solo un centinaio di volontari/ie realmente appassionati e il classico fondo cassa in cui tutto ciò che entra viene reinvestito nell’anno successivo. Davvero.
Sotto la direzione artistica di Jonathan Clancy, quest’anno la due giorni ha anche una piccola parte elettronica con Demdike Stare e un dj set di due ore di Front de Cadeaux (Hugo Sanchez e Athome), ma la line up è come sempre molto varia e va da Lydia Lunch e Marc Hurtado che suonano i Suicide al garage blues di Bob Log III, dal rap Pufuleti all’ambiente di Roméo Poirier e poi M!R!M!, Adrian de Alfonso (Don The Tiger), Dj Fitz, Hot Garbagem, Antonina Nowacka, Youmna Saba e molto altro.
Geschrieben von Salvatore Papa