Quando nel 2020, dopo un’estate tutto sommato tranquilla, uscì il primo album a nome Il Quadro di Troisi, sembrava che il peggio fosse alle spalle e che il Covid sarebbe stato solo una parentesi orribile, ma tutto sommato contenuta. Niente di più sbagliato. Ci sarebbero voluti quasi altri due anni prima di appendere le mascherine e mettere da parte ogni forma di restrizione sociale.
Da un certo punto di vista, Il Quadro di Troisi, formazione all’epoca composta dai soli Donato Dozzy ed Eva Geist, è l’emblema perfetto di quel periodo, come conferma lo stesso Dozzy in una recente intervista rilasciata a Zero: un frutto dell’assurdo e del surreale, un emblema del tempo sospeso, di epoche (anche musicali) che d’improvviso diventano nebulose e si confondono, di dancefloor e palchi che diventano muti, lasciando spazio, paradossalmente, alla ricerca, alla composizione e alla creatività, che possono “finalmente” godere di un numero di smisurato di ore a loro dedicate.
Dopo il debutto è arrivata una raccolta di edit, “Remixes”, uscita a fine 2023 per la tedesca Raster, dove sono state incluse diverse rielaborazioni dei brani dell’esordio omonimo (sempre su Raster), e una seconda uscita discografica, „La Commedia“, ancora una volta per Raster ma in collaborazione con l’italiana 42 Records, etichetta sempre più attenta a raccogliere alcuni tra i frutti più interessanti dell’elettronica italiana “matura” e dalle rilucenze pop: Cosmo, Whitemary, Il Quadro e ora anche Tamburi Neri.
Invariato il perfetto tra pop colto e wave elettronica che già aveva caratterizzato il loro primo album, novità invece per quel che riguarda la formazione, perché a Donato ed Eva si è aggiunto anche Pietro Micioni, rafforzando quel filo diretto tra clubbing e forma canzone che lega tutti i protagonisti del Quadro, tanto dj quanto compositori. Finalmente tornano a esibirsi anche dal vivo, in poche selezionatissime tappe in giro per l’Italia e l’Europa.
Geschrieben von Nicola Gerundino