Queer Cinema for Palestine è nato come uno spazio etico alternativo per registə che hanno deciso di non presentare il proprio lavoro all’interno del TLVFest LGBTQ Film Festival, sponsorizzato dal governo israeliano. Nel corso degli ultimi sei anni, centinaia di registə hanno dimostrato solidarietà alla chiamata di boicottaggio portata avanti da persone queer e trans palestinesi. Mentre Israele continua la pulizia etnica e il genocidio in Gaza, Cisgiordania e nei territori della Palestina storica, Queer Cinema for Palestine condanna questa violenza e si posiziona con forza in solidarietà con il popolo palestinese.

Sabato 21 giugno presso Dispositivo Arti Sperimentali (D.A.S.)  Queers for Palestine Bologna ospiterà una proiezione del Festival Internazionale Queer Cinema for Palestine (QCP). L’evento vedrà la proiezione del programma di cortometraggi  “No Pride in Genocide”, seguiti da un dibattito con la comunità locale. Queer Cinema for Palestine è un evento globale co-organizzato da Palestinian campaign for the Academic and Cultural Boycott of Israel (PACBI) e più di 200 partners, dalla Cina all’Ecuador. QCP comprenderà 110 proiezioni in 34 paesi, ospitate da persone queer in solidarietà, attivistə, indigenə e organizzazioni artistiche, teatri indipendenti, dipartimenti di università, biblioteche, eventi all’interno del Pride e film festivals. 

Presentandosi durante il mese del Pride in molti paesi del mondo, la terza edizione di QCP mira ad esporre e combattere il pinkwashing delle atrocità commesse contro il popolo palestinese di Israele, incluso il genocidio a Gaza, e ad evidenziare il numero crescente di reti queer e organizzazioni del Pride che hanno posto fine alla complicità con i crimini di Israele. Quest’anno il programma di 90 minuti si concentra sul lavoro di artistə queer, palestinesi e alleatə, dalla Palestina storica, dalla diaspora e oltre. Il programma include un mix variegato di identità, lunghezze, stili, e generi (documentari ibridi, sperimentali, finzione e animazione) per evidenziare il ruolo chiave dell’arte nella resistenza e nella lotta per la liberazione.

Scrivono:

Nell’autunno 2023, mentre Israele sventolava la bandiera arcobaleno dai carri armati che stavano bombardando bambini e ospedali, abbiamo accolto la richiesta delle persone queer palestinesi all3 soggettività queer e femminist3 di tutto il mondo.  “Riprendersi la narrazione” (https://queersinpalestine.noblogs.org/italiano/) e rifiutare i tentativi di strumentalizzazione della propaganda coloniale sionista. 

Q4P, il nome che ci siamo dat3, condensa in modo inequivocabile la narrazione che vogliamo affermare schierandoci in solidarietà con il popolo palestinese, contro il genocidio in corso nella striscia di Gaza, e con la resistenza contro l’occupazione sionista della Palestina. 

Ciò comporta dire chiaramente che nella striscia di Gaza è in corso un genocidio, che lo stato di Israele è un‘occupazione coloniale, e che la società palestinese è una società espropriata, occupata e colonizzata militarmente.  

Ciò comporta anche ricordare che lo stesso diritto internazionale stabilisce che Israele in quanto occupante non ha il diritto di difendersi dalla popolazione che occupa, mentre l3 palestinesi hanno il diritto di resistere in quanto popolazione occupata.

Costituendoci come assemblea permanente vogliamo continuare a ribadire ai servi dell’impero non soltanto “not in my name”, ma anche “viva la resistenza popolare”. 

Dall’Italia al Sud Corea, dall’Isola di Turtle al Pakistan, dalla Slovenia alla Palestina, centinaia di partner gridano “There is no pride in genocide.”