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Fr 07.11 2025 – So 08.03 2026

Jeff Wall: Living, Working, Surviving

Wo

MAST.
Via Speranza 40/42, Bologna

Wann

Freitag 07 November 2025 – Sonntag 08 März 2026

Wie viel

free

Kontakte

Sito web

Jeff Wall -Dressing Poultry

Fondazione MAST presenta la mostra Living, Working, Surviving del fotografo canadese Jeff Wall (Vancouver, 1946), che nelle Galleries di MAST espone, a cura di Urs Stahel, una selezione di opere che ripercorrono lo straordinario itinerario artistico di uno dei più rilevanti interpreti del nostro tempo. La mostra fa parte della VII edizione di Foto/Industria, la Biennale di Fotografia di Industria e del Lavoro (7 novembre – 14 dicembre 2025).

Il percorso espositivo propone ventotto opere di Wall, tra lightbox e stampe a colori e bianco e nero di grande formato realizzate dal 1980 al 2021 e provenienti da collezioni private e musei internazionali. Sono immagini dedicate alla vasta platea dell’umanità, alla vita di tutti i giorni, ai semplici gesti di chi lavora, si muove, svolge compiti e attività quotidiane, apparenti istantanee rubate alla vita dei soggetti, in realtà scene enigmatiche e complesse che mostrano eventi mai accaduti, composizioni indefinite e volutamente ambigue in cui l’osservatore è invitato a immergersi, interrogarsi, trovare significati.

Jeff Wall ha contribuito in maniera decisiva ad assegnare alla fotografia il valore di mezzo pittorico. Ha esplorato l’idea di fotografia come rappresentazione fedele di frammenti del reale attraverso l’uso dei lightbox, la composizione di scene ricche e complesse, il legame con la pittura classica, la predilezione per il grande formato, un metodo “cinematografico” di costruzione dell’immagine e non da ultimo un’intensa attività di studio e riflessione teorica.

A partire dal 1978, Wall ha integrato nella sua pratica artistica i lightbox, facendone per circa trent’anni un elemento centrale – insieme alle diapositive di grande formato – della sua produzione artistica. Dal 1997 si sono aggiunte nella sua opera le fotografie in bianco e nero: “antitesi alle diapositive di grande formato – dice Jeff Wall – che mostrano un mondo da cui il colore è improvvisamente scomparso. Allucinazioni della scomparsa del colore, che provoca una specie di shock”. Più tardi sono arrivate anche le stampe a colori.

Con i lightbox l’artista ha trasportato un oggetto quotidiano nello spazio artistico adattando un fenomeno e uno strumento di comunicazione tipico della realtà urbana. In netto contrasto con l’approccio riduzionista dell’arte concettuale dell’epoca, ha riempito la cornice con un panorama multiforme di immagini luminose, un variopinto scenario fotografico, ma non si considera un narratore, piuttosto formula aspirazioni e le propone invitando chi guarda ad aggiungere qualcosa.

Se i lightbox proiettano l’immagine verso l’osservatore, richiamando il cinema o il teatro, le stampe fotografiche assorbono l’immagine, e invece di andare incontro a chi guarda, gli chiedono di superare la soglia, di entrare con lo sguardo. Se i lightbox rivelano qualcosa, le stampe lo nascondono.

Wall adotta spesso il formato a grandezza naturale, con cui intende comunicare all’osservatore la sensazione di trovarsi davanti o persino al centro della scena, come se tutto stesse accadendo realmente, proprio in quel momento, dal vivo, sotto i suoi occhi e con il suo contributo. La sua scelta è il tableau ispirato dai grandi maestri, da Velazquez (Las Meninas), Delacroix (La morte di Sardanapalo) e Manet, visti come artisti capaci di esplorare i grandi temi sociali ed esistenziali.

Le immagini di Wall catturano e condensano le aspirazioni e le contraddizioni del mondo occidentale. L’artista è un implacabile osservatore delle abitudini e delle interazioni sociali delle persone in un contesto urbano e industriale di contrasti economici e culturali. Il suo interesse si rivolge in egual misura alla condizione degli individui ai margini e della classe media.

Geschrieben von LR