Continuano gli appuntamenti di ART CITY Polis in occasione della quinta edizione di ART CITY. Questa volta l’incontro tra sguardo contemporaneo e patrimonio storico-artistico della città ha luogo al secondo piano di Palazzo d’Accursio tra le sale che ospitano le Collezioni Comunali d’Arte. In questo bellissimo, ma complesso contesto interviene l’artista Chiara Lecca con il progetto “A fior di pelle” curato da Silvia Battistini e Sabrina Samorì.
Le opere di Chiara Lecca si inseriscono tra la pelle – appunto – della collezione nel rispetto del luogo e del contenuto in esso già esistente, in un continua ricerca di punti di incontro e confronto. Un dialogo sotteso, visibile solamente dopo un’attenta osservazione. Lavori come l’installazione di gusto barocco “Fake Marbles” (Sala I) suscitano nello spettatore domande spesso senza risposta certa: 18 “totem”, apparentemente costruiti in marmo, diventano lo spunto per indagare la ragione e la natura delle cose. Oggetti di recupero come vasi e contenitori sono infatti ricoperti da vesciche animali le cui venature, del tutto simili a quelle marmoree, ingannano l’occhio umano. Gli scarti animali prodotti dalle industrie vengono portati a nuova vita da Chiara Lecca che con gesto amorevole e pietoso dona loro nuova funzione comunicativa. Il nuovo valore, l’inganno, il contrasto naturale-artificiale torna nella serie “Still life” (Sala IV) in cui giganteschi mazzi di fiori dal sapore borghese di inizio Novecento, sembrano impreziosire la raffinata Galleria Vidoniana. Anche qui, al pari del trompe l’oeil del soffitto, nulla è ciò che sembra. Utilizzando zampe, orecchie e code di coniglio, l’artista restituisce vita a qualcosa che più in vita non è. I lembi di tappeti di cinghiale della serie “Masks” sembrano così riacquistare la forma originaria, viva, nelle campane di vetro bombate. Come per le pergamene antiche in pelle, i pennelli dalle setole animali, la materialità dell’arte viene scoperta, esposta. L’inganno continua con la serie “Blackbigbubble” (Sala XII) e con la scultura “Lapped Rocks” (Sala XVI) in cui l’animale non è più presente come materiale, ma come traccia, segno. I blocchi posti a terra, illusoriamente di marmo e disposti a costruire un rudere, si rivelano essere blocchi di mangime animale scavati e trasformati dagli animali stessi. Non esiste una reazione univoca alla tensione e allo sconvolgimento prodotto dalle opere di Chiara Lecca, ciascuno avrà la propria risposta.
Inaugurazione giovedì 19 gennaio h 18.
ORARI DI APERTURA ORDINARI
martedì – venerdì h 9.00 – 18.30
sabato, domenica e festivi h 10.00 – 18.30
Geschrieben von Guendalina Piselli