Si può “fare danza” in un contesto museale? Come si fa a lasciarsi trascinare dalla potenza di questa disciplina in un luogo per definizione dedicato (anche se con minore esclusività di un tempo) alle arti visive? E come si può mantenere l’intensità di una danza per un periodo di tempo esteso quanto gli orari di apertura dell’istituzione? E come la stessa interagisce con i rumori di fondo del museo, con la mobilità continua dei suoi visitatori, con la rigidità delle sue architetture? La domanda finale potrebbe essere: cosa “produce” il museo sulla danza?
„76’38’’ + ∞“ è la prima mostra personale del coreografo francese Jérôme Bel.
Geschrieben von Alberto Asquini