È stato l’anno di La La Land, piaccia o non piaccia. E Biografilm, che i blockbuster non li ha mai sottovalutati traendone talvolta originali ispirazioni, è ancora una volta sul pezzo. Il rinnovato gusto hollywoodiano per le coreografie diventa così, a Bologna dal 9 al 19 giugno, interesse per il ruolo della danza e per i suoi protagonisti e tema guida della tredicesima edizione del festival internazionale dedicato ai racconti di vita. A partire dal poster ufficiale, dedicato a un’immagine de La Danseuse, esordio della regista Stéphanie Di Giusto, che ripercorre la vita di Loïe Fuller, la madre della “serpentine dance” che nei primi del Novecento si esibiva coperta da metri di seta circondata di luci elettriche e colori, interpretata da Soko (sì, proprio quella che cantava I’ll kill her).
Si va poi dalla danza classica del celebre coreografo de Il cigno nero Benjamin Millepied (Relève – Histoire d’une Création) al lavoro contemporaneo della compagnia italiana Aterballetto (Fonderia 39) fino ai balli popolari Vai col liscio – L’epopea del liscio romagnolo in tre atti di Giangiacomo De Stefano e Matteo Medri.
Storie che fanno parte di un tema molto più ampio, diventato negli anni uno dei più amati di Biografilm: quello dell‘arte. Al centro c’è l’attesissimo Manifesto di Julian Rosefeldt e i suoi tredici personaggi diversi interpretati dall’incredibile Cate Blanchett. Un’installazione del 2015 rimontata sotto forma di lungometraggio che raccoglie in monologhi numerosi manifesti d’artista, dai futuristi agli artisti concettuali, da Yvonne Reiner a Sol LeWitt e Jim Jarmusch. E ancora, Bill Viola: The Road to Saint Paul’s di Gerald Fox, che segue l’artista Bill Viola e la moglie nei dodici anni che hanno portato al compimento di due importanti video-installazioni nella Cattedrale di Saint Paul, Vita agli arresti di Aung San Suu Kyi, interessante trasposizione cinematografica dell’omonimo spettacolo del Teatro delle Albe, diretta dallo stesso fondatore della compagnia Marco Martinelli o Fame sul festival organizzato da Angelo Milano dei La Quiete che ha trasformato per qualche anno la sua piccola Grottaglie in una capitale mondiale della street art. Fuori sezione, ma comunque in tema, To Stay Alive: A Method, un incontro e dialogo tra Iggy Pop e lo scrittore Michel Houellebecq sul confine sottile tra individualità, eccentricità e follia.
Non mancano anche quest’anno gli omaggi ad importanti autori e artisti, seguiti da relative retrospettive. Primo fra tutti il regista, pittore e romanziere britannico Peter Greenway, autore de I misteri del giardino di Compton House (1982), Il ventre dell’architetto (1987), Giochi nell’acqua (1988) e altri. Confermate anche le presenze dell’attrice Piera Degli Esposti, Sabina Guzzanti (qui nel ruolo di documentarista), il maestro del documentario Angus Macqueen e il duo artistico formato da Michele Mellara e Alessandro Rossi, che presenteranno in anteprima il nuovo lavoro I’m in love with my car.
Presenza costante del festival da prima del suo inizio e fino alla fine, il Biografilm Park, la rassegna di eventi gratuiti ospitati nel Parco del Cavaticcio. Tra gli ospiti: Cody Chesnutt, Soko (dj set), Whitney, Enzo Avitabile, Francesco Motta, Dente, Zen Circus e tanti altri.
Geschrieben von Salvatore Papa