Una linea che si avvolge su se stessa e forma cerchi concentrici, disegno ipnotico che sembra muoversi dal punto di origine e propagarsi nello spazio circostante, una forma, un segno da sempre usato universalmente in tutte le culture: la spirale. L’idea dietro a questo simbolo è di rappresentare la ciclicità del tempo, delle stagioni, della creazione. Mark Handforth utilizza questa forma atavica nella maggior parte delle sculture e installazioni luminose presentate per After Nature alla galleria Franco Noero: il rapporto fra gli elementi urbani e naturali, fra artificiale e non, fra organico e geometrico sono al centro della sua ricerca. La spirale non è solo un asettico rimando al mondo simbolico, ma porta alla mente forme naturali appartenenti a organismi semplici, primordiali o invertebrati: vermi o serpenti come in Tiergarten Rose, una struttura circolare dai toni rossi che si arrotola su se stessa creando una forma simile a una grande conchiglia. Al contempo, però, queste sculture richiamano anche le forme minimal e industriali della scultura degli anni 70 con un inevitabile riferimento al paesaggio urbano.
La mostra è allestita in uno spazio tutt’altro che neutro: le sale decorate in stile barocco di un antico palazzo affacciato su piazza Carignano. La monumentale architettura di fine Settecento è composta da elementi decorativi che ben dialogano con le forme scelte da Handfordth, rimarcando il rapporto fra organicità e artificialità, ciò che c’è oltre alla natura, o meglio, ciò che si ispira alla natura ma la supera, in altre parole, After Nature.
Geschrieben von Domitilla Argentieri Federzoni